Una favola quella che Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran da oltre 35 anni, racconta attraverso la televisione di stato dopo la fine della guerra con Israele e Stati Uniti durata 12 giorni. Una propaganda in pieno stile putiniano dopo aver isolato il Paese rendendo internet inaccessibile.
Khamenei, rifugiatosi con la famiglia per giorni in un bunker a nord di Teheran, tagliando contatti anche con l’ala militare del suo regime, dimentica pasdaran e scienziati giustiziati da Israele, oltre all’Iron Dome che ha intercettato la maggior parte dei missili lanciati da Teheran, e passa all’incasso: “Ritengo necessario porgere alcune congratulazioni alla grande nazione iraniana, innanzitutto, congratulazioni per la vittoria sul regime israeliano. Nonostante tutto quel clamore, nonostante tutte quelle affermazioni, il regime israeliano, sotto i colpi della Repubblica Islamica, è quasi crollato ed è stato schiacciato”.
Il racconto immaginifico prosegue e passa agli Stati Uniti che bombardato importanti infrastrutture nucleari in Iran: “Le seconde congratulazioni sono per la vittoria del nostro caro Iran sul regime americano. Il regime americano è entrato in guerra aperta perché sentiva che, se non l’avesse fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto. Tuttavia, non ha ottenuto nulla da questa guerra. Anche in questo caso, la Repubblica Islamica è uscita vittoriosa e, in cambio, ha dato un duro schiaffo in faccia all’America”.
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