La giungla della didattica a distanza: a Napoli ogni scuola fa come gli pare…

Ormai per tanti scolari i giorni di scuola fatti si contano sulle dita di una mano. Oltre al lockdown, alle zone rosse, gialle e arancioni nelle scuole napoletane si ci mette anche l’allerta meteo. Diventata una specie di barzelletta negli anni precedenti, adesso è diventato l’ennesimo ostacolo alla realizzazione del diritto allo studio. Questa volta a mettere i bastoni tra le ruote sono stati i sindacati della scuola: “Se la scuola è chiusa per allerta meteo allora gli insegnanti non sono tenuti neppure a fare lezione da casa ai propri alunni attraverso la didattica a distanza”.

Una richiesta che ha aperto lo scontro con i presidi e l’acredine dei genitori. A rigor di logica l’allerta meteo serve proprio a evitare che insegnanti e alunni scendano in strada rischiando di farsi male a causa di vento e pioggia. La Didattica a distanza (Dad) di fatto elimina il problema consentendo a entrambe le categorie di rimanere a casa senza rischiare. Ma i sindacati degli insegnanti non ci stanno e poiché in caso di normalità non avrebbero lavorato durante l’allerta meteo non sono disposti a farlo nemmeno in questo caso.

Così mentre si discute su come fare a riportare tutti a scuola in sicurezza, in una città come Napoli, si litiga su come fare a tenerli a casa e garantire un giorno di più di lavoro pagato ma non effettuato agli insegnanti. Per il momento ogni scuola si è organizzata diversamente. Le ultime date di allerta meteo sono state il 4 e il 9 dicembre. In linea di massima, gli alunni che stavano già facendo la Dad hanno continuato a farla. Chi invece stava facendo la didattica in presenza (in particolare le prime elementari) è rimasto a casa e per loro la Dad non è stata effettuata.

Alla scuola Vanvitelli del Vomero, la Dad è stata fatta anche in occasione dell’allerta meteo. Per la preside non ci sono state difficoltà: “Il presente Piano, adottato per l’A. Sc. 2020/2021, contempla la Didattica Digitale non più solo come una ‘didattica di emergenza’ ma come un percorso completamente integrato nel Curricolo di Istituto”, si legge in una delle circolari. Anzi la Dad è una risorsa per l’insegnamento: “prevede l’apprendimento attraverso l’utilizzo delle tecnologie, considerate uno strumento utile per favorire lo sviluppo cognitivo e che si inquadra in un percorso già avviato nel 36° C.D., negli anni precedenti anche attraverso il Piano di Formazione d’Istituto destinato agli insegnanti, e che ha previsto un rinnovamento delle attrezzature digitali presenti nella Scuola. Dall’idea tradizionale di introdurre l’apprendimento con le TIC come un’esperienza aggiuntiva a quelle tradizionalmente previste in classe, la Didattica Digitale ha assunto una sua predominanza all’interno della vita scolastica anche del 36° C.D., da sempre impegnato nella diffusione e divulgazione di metodologie didattiche innovative”. Dunque non c’è motivo per cui non si faccia la Dad con la pioggia. I bambini che già erano in Dad hanno continuato a farla, quelli che erano in presenza, invece, sono rimasti a casa ma hanno normalmente svolto la Dad.

Dad per emergenza Covid o allerta meteo anche alla scuola Piscicelli. Poi ci sono i casi della Madonna Assunta di Bagnoli e della Maria Cristina di Savoia. Nell’istituto di Bagnoli il primo giorno di allerta meteo, lo scorso 2 dicembre, sono stati bloccate tutte le forme di Dad salvo poi riprendere il giorno seguente. In quella di Chiaia, invece, il contrario: il 2 dicembre Dad operativa per tutti gli alunni, retromarcia il giorno seguente con blocco per i soli bambini che dovrebbero andare in presenza (le prime e dal 9 anche le seconde).

Per l’allerta meteo ordinata a Napoli lo scorso 1 dicembre tutti i sindacati sono arrivati ad una nota congiunta firmata da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams. “Eventuali comunicazioni di dirigenti scolastici tendenti a disporre lo svolgimento della Dad non sono conformi. La Dad prevede che la didattica a distanza sia attivabile nel solo caso di emergenza epidemiologica restando perciò escluse altre ipotesi. I dirigenti scolastici non possono pertanto predisporre la Dad in contesti diversi da quelli della pandemia”.

Dunque è chiaro: non tutti gli insegnanti non possono insegnare se fuori piove, né in presenza né a distanza. Un superpotere che tutte le altre professioni invece non hanno, soprattutto in tempi di pandemia in cui non tutti hanno gli stessi privilegi degli insegnanti che, per un poco di pioggia, dimenticano quanto sia fondamentale il loro lavoro. Ed è triste che un ruolo così importante come l’educazione dei più giovani sia sempre più a discrezione della buona volontà o meno dei singoli insegnanti.