«Ho sempre creduto che nessuno sia irrecuperabile. Ad esempio, i tossicodipendenti non sono la parte malata della città ma sono parte di una città malata. Siamo tutti alle dipendenze di qualcosa, dei vizi, dei soldi, di tutto quello che ci serve a riempire il vuoto che ci portiamo dentro. I ragazzi si sono fatti un buco ma noi ci siamo fatti una cisterna di disvalori. Perciò c’è bisogno di percorsi di liberazione e riscatto. Oggi io qui ho toccato con mano questi percorsi che sono percorsi di amicizia, solidarietà, liberazione, riscatto, inclusione. Percorsi che vanno valorizzati. Oggi, rispetto alle richieste che vengono fatte alla politica in questo luogo, dico che ci sono e ci starò dietro per quello che posso», dice l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia dopo la visita nell’orto sociale urbano di Ponticelli, progetto di cura del verde pubblico attivo da sette anni nella periferia est di Napoli e promosso dal centro diurno Lilliput, una struttura socio-riabilitativa per persone con problemi di dipendenze.
Bisognerebbe che tutti imparassimo a guardare la realtà con gli occhi di don Battaglia, ad avere la consapevolezza che chi è più ai margini non è la parte malata della città ma una parte della città malata. Perché è spostandosi dall’angolazione populista e giustizialista che si può avere la possibilità di allargare la prospettiva. L’esperienza di Ponticelli è un esempio di come il lavoro del terzo settore sia importante nel nostro territorio, sopperisce molto spesso ai vuoti della politica e delle amministrazioni locali. Anche e soprattutto quando si parla di disagio, di territori difficili. Don Battaglia ha più volte richiamato tutti alla corresponsabilità. In fatto di giovani e povertà educativa venerdì a Nisida sarà inaugurato l’Osservatorio sulle risorse e sulle fragilità educative alla presenza dei ministri Bianchi e Lamorgese, dello stesso don Battaglia, del governatore De Luca, del sindaco Manfredi. Che sia un primo concreto passo in avanti? Ce lo auguriamo per il bene dei tantissimi giovani della Napoli più difficile.
