Cita Primo Levi e ricorda che la Shoah “non può essere separata dalle tirannidi fasciste”. Esprime angoscia per gli ostaggi israeliani e per le vittime palestinesi a Gaza. Durante le celebrazioni al Quirinale per Il Giorno della Memoria, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronuncia parole chiare. Ancora più limpide se confrontate alla nebulosa di polemiche che quest’anno stanno facendo da sfondo alle commemorazioni dell’Olocausto. Un 27 gennaio surreale, con il Viminale che è dovuto intervenire per rinviare i cortei pro Gaza previsti proprio nell’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. L’associazione dei Giovani palestinesi minaccia di scendere comunque in piazza.
Ma il rischio è che durante i cortei possano andare in scena manifestazioni di tipo antisemita, come già se ne sono viste nei mesi scorsi. Ed è proprio il riaffiorare dell’antisemitismo il centro dell’intervento di Mattarella. “Assistiamo, nel mondo, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini e persino neonati”, dice il Capo dello Stato. Che non usa mezzi termini riguardo agli attentati compiuti da Hamas nel sud di Israele, definiti come “l’immagine di una raccapricciante replica della Shoah”.
Davanti a Mattarella ci sono la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Camera Lorenzo Fontana oltre ad alcuni ministri tra i quali Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Gennaro Sangiuliano, Andrea Abodi. In prima fila anche i vertici della comunità ebraica. Presenti il presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun e la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni. Accanto a loro Sami Modiano, superstite dell’Olocausto.
Il Capo dello Stato prende a prestito le parole di Giorgio La Pira e parla di “un crinale apocalittico” cui siamo di fronte nella nostra epoca. Ed ecco l’ammonimento sul “ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo, potenziato da social media senza controllo e senza pudore”. Dalla cronaca alla storia, con la citazione di Primo Levi: “La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa”. Mattarella dipana l’intreccio tra l’attualità e il passato, tra l’Olocausto e il moderno ritorno dell’antisemitismo.
Tra il diritto di Israele a difendersi e la necessità di uno Stato palestinese. Il Capo dello Stato fa chiarezza e mette ordine. Innanzitutto sulle proporzioni dell’orrore della Shoah, “un abisso oltre ogni immaginazione. Un orrore assoluto, ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione”. Da qui un’altra riflessione, che può anche essere collegata al presente: “Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali”. E l’Italia non è esente da colpe storiche, anzi “adottò durante il fascismo, in un clima di complessiva indifferenza, le ignobili leggi razziste”.
Infine parole chiare sulla guerra a Gaza, scatenata dall’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. “L’Italia – puntualizza Mattarella – guarda a Israele come Paese a noi vicino e pienamente amico. Siamo e saremo sempre impegnati per la sua sicurezza”. Poi l’angoscia per gli ostaggi e “le numerose vittime civili palestinesi”. E un memento allo Stato ebraico: “La reazione di Israele rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio. Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato”.
