La Liberia scarta George Weah e riparte da Joseph Boakai: ballottaggio al fotofinish

Dopo due settimane di attesa in Liberia è arrivata la conferma ufficiale del risultato delle elezioni presidenziali. Joseph Boakai è il nuovo presidente liberiano e l’ex giocatore del Milan George Manneh Weah ha pubblicamente ammesso la sconfitta. Il risultato è stato incerto fin quasi alla fine dello spoglio e la vittoria è andata all’ex vice-presidente con il 50,89% dei voti contro il 49,11% ottenuti da Weah. Anche al primo turno la differenza fra i due sfidanti era di poche migliaia di voti, ma soprattutto tribale e geografica. Tutto il nord e l’ovest del paese ha votato per Boakai, mentre la capitale e le regioni del sud, abitate dall’etnia Temne, si sono schierate con l’ormai ex presidente. La campagna elettorale liberiana è stata lunga e molto dura con i due contendenti che si sono lanciati accuse pesantissime, ma le votazioni, secondo gli osservatori internazionali, si sono svolte in maniera ordinata e legale.

La presidenza di George Weah aveva dato molte speranze al piccolo paese africano, ma le tante promesse elettorali erano state tradite e la situazione economica della Liberia è drammatica. Uno dei capisaldi del programma dell’ex campione del Milan era stato la lotta alla corruzione, ma durante il suo mandato le cose sono addirittura peggiorate. Il suo capo-staff è stato coinvolto in uno scandalo finanziario e non gli è permesso di entrare negli Stati Uniti. Dalla Banca Centrale liberiana sono scomparsi 100 milioni di dollari e la distruzione delle foreste pluviali non si è mai fermata in questi ultimi anni.

Il nuovo presidente è un politico navigato di quasi 79 anni che ha passato la vita nelle stanze del potere liberiano. Boakai fa parte del Partito dell’Unità, politicamente di centro-destra e ha basato la sua campagna sulle differenze etniche che spaccano il paese. La Liberia ha enormi problemi economici e la maggioranza della sua popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Anche la corruzione è endemica del paese che stando al Corruption Perpetions Index posiziona lo stato africano al 142esimo posto su 180 paesi censiti aumentando l’instabilità di una regione particolarmente critica.