La piramide del banale, cugina delle scie chimiche

Dopo scie chimiche, microchip sottopelle e rettiliani, mancava unicamente “La Piramide della Luce” per completare la Grande Opera; architettonica alchimia del banale, che mette in fuga sia la coscienza sia il senso del limite, del ridicolo. Sia pure nella tragedia che vede la scomparsa di un bambino di nome Gioele, e la morte accertata di sua madre Viviana Parisi, professione dj, siamo costretti a rilevare l’esistenza di un manufatto che, narrativamente ragionando, sembra riassumere l’incontentabile mediocrità subculturale che intorno a tutto ormai fiorisce, tra complottismo e tentazione negazionista.
Una matassa che si è declinata nel tempo, metti, ora con la crociata No Vax ora nella persistente acefala negazione del Covid-19, ora nella ricerca di una mistica irrazionale da disco-pub New Age. Un simbolo-girmi di tutto ciò, riteniamo di averlo trovato nella citata Piramide. Dove sembra che Viviana Parisi si stesse recando poco prima che la tragedia si consumasse.
Non potrà il dramma ancora in corso impedirci comunque di rilevare quanta subcultura, banalità da irrazionale portatile sembra germinare intorno a noi, con la Piramide della Luce, a campeggiare sull’assurdo lassù in primo piano. Come già nel video Gaia di Gianroberto Casaleggio, dove si presagiva un “nuovo ordine mondiale”. Inossidabile profezia intorno alla quale l’erede scrive ora: “Anche la nostra generazione sta vivendo la sua guerra. Una guerra al contrario dove i medici sono in prima linea e l’esercito trasporta i feretri. Nel 2008 mio padre realizzò un filmato sul futuro della politica, lo volle intitolare Gaia. In quel video prevedeva per il 2020 grandi sconvolgimenti”.
In verità il, video così pronunciava: “2020: inizio della Terza Guerra Mondiale. Che dura 20 anni. Distruzione dei simboli dell’Occidente. Piazza San Pietro, Notre Dame de Paris, Sagrada Familia. Uso di armi batteriologiche. Accelerazione dei cambiamenti climatici. E innalzamento degli oceani. Fame. Fine dell’era dei combustibili fossici. Riduzione della popolazione mondiale a un miliardo di persone”.
La “Piramide della Luce”, più esattamente “Piramide al 38º parallelo”, il medesimo che, oltre raggiungere la Sicilia, taglia le due Coree, alta 30 metri, realizzata in acciaio dallo scultore Mauro Staccioli, fa parte della Fondazione Antonio Presti Fiumara d’Arte, ed è posta su un’altura affacciata sul mare nei dintorni di Motta d’Affermo, Messina. “Inaugurata il 21 marzo 2010, è accessibile all’interno solo il 21 giugno di ogni anno, in coincidenza con il solstizio d’estate,” si legge imperiosamente.
Ciò che segue, è significativa parte di un’ideale antologia del nostro caso: “Da alcuni anni infatti in questo luogo ed in questa data si tiene il Rito della luce, che coinvolge poeti, musicisti e danzatori”; “Mai come in questo momento credo che il mondo abbia bisogno di una luce rigeneratrice. La luce è vita, è futuro, è conoscenza”; “Una centrifuga spirituale ed emozionale”; “La Piramide suonerà come un monito all’Ascolto del Silenzio”; “L’armonia universale è il soffio che avvolge tutti”; “È il tempo del ringraziamento. La vita echeggia in questa contemporaneità sospesa, immobilizzata e contagiata dall’emergenza”; “La cultura che permea gli spazi sopravvissuti alle tecnologie invadenti; la spiritualità che inonda l’universo e il genius loci di quei luoghi che abbiamo sempre vissuto con la superficialità dei tempi e mai con proiezione interiore”; “La nuova equazione etica per fronteggiare uno dei più grandi allarmi della società: quel batterio invisibile che distrugge l’anima in nome dell’asfittica logica che ha prosciugato la modernità”; “L’animavirus sarà l’antidoto contro la svuotante cultura dell’attimo fuggente. Contro la radioattività che ha contaminato un presente senza futuro. Al moto centrifugo degli anni passati si sostituisce quello centripeto di quest’anno, volto alla meditazione individuale, alla riflessione profonda di ciascuno su quest’importante momento di passaggio”; “Ritrovare relazioni autentiche senza mummificarsi nella superficialità dell’Avere, era ormai urgenza, impellenza, una strada per la sopravvivenza. Profitto contro salute”; “Quella Grande Madre che chiedeva carezze all’anima non ha avuto ascolto per troppo tempo, manifestando in tutti modi la sua vulnerabilità. L’uomo dell’egoismo, l’uomo del denaro, l’umanità del consumo, dell’apparire, dell’ignoranza, non ha ascoltato tutto ciò perché era collegato al filo dell’egocentricità e dell’apparire, anestetizzando il valore dell’Essere”; “L’animavirus è in mezzo a noi. Quando i nostri occhi si ricollegheranno al cuore, riacquisteremo la visione del mondo universale. Solo allora tutti potremo assistere alla manifestazione della Bellezza. Solo in quell’attimo di stupore e meraviglia la Piramide 38° Parallelo consegnerà la luce e la sua visione: l’apparire dell’invisibile”.
Un ultimo messaggio: “Il Rito della Luce, percorso di Bellezza e Conoscenza quest’anno non si svolgerà a causa dell’emergenza sanitaria,” così l’annuncio in rete.
Troppo. Neppure in Mars Attack, capolavoro di Tim Burton, il tragico catasto del banale New Age toccava una simile Cima Coppi dell’ironia. Assente. Che resti solo sognare lo schianto di un asteroide che metta fine al ridicolo nel nostro pianeta?