Una responsabilità che produrrà gravi danni nei prossimi anni
La sinistra da Brecht alla propaganda di Hamas: l’allucinazione collettiva è diventata moda
La pace in Medio Oriente ci sarà, ma la guerra proseguirà in casa nostra?
Si sente dire ripetutamente “Palestina libera”. Quando la lotta era davvero lotta di popolo lo slogan era: “Palestina libera, Palestina rossa”. E per “rossa” si intendeva comunista. Perché oggi quella seconda parte dello slogan è stata eliminata? Forse perché non c’è più un sistema internazionalista che unisce i proletari di tutto il mondo. È caduto il comunismo che, per chi lo ha vissuto era una feroce dittatura, mentre per chi lo guardava da occidente era un ideale forte. A volte tanto forte da giustificare l’Armata Rossa nel 1956 in Ungheria, i carri armati sovietici a Praga nel 1968, Ho-Chi-Minh, Pol-Pot e altre dittature comuniste.
Quando la Palestina era quella di Al-Fatah la fama di Arafat era indiscutibile. C’era lo slogan “Ah, ah Al-Fatah, Palestina vincerà”. L’OLP era un soggetto che aveva relazioni con tanti governi dei più svariati indirizzi politici, nonostante fosse schierato a sinistra. In quel panorama novecentesco l’OLP rifiutò ogni tipo di accordo con Israele, anche accordi favorevolissimi per i palestinesi. Oggi, a quel profilo internazionalista, si è sostituita Hamas, che ha accolto al suo interno anche la crescente porzione islamista, nata da almeno tre decenni e indicata come Jihad. Hamas è da sempre e ancora adesso indicato come gruppo terroristico e, a parte la collusione di certe sigle della Nazioni Unite, esso ha relazioni esclusive con Qatar e Iran, cioè due stati invisi a tutto l’Occidente.
Dunque Hamas non è come l’OLP. E di fronte a questo scenario attuale com’è possibile che una buona fetta di soggetti politici democratici e parlamentari ignorino fatti oggettivi? Come può il Partito Democratico porsi in una situazione così ambigua da precipitare nello stesso spazio nel quale sguazzano gli antagonisti? Cioè lo spazio che ammicca alla distruzione dello Stato di Israele e inneggia al 7 ottobre come “resistenza”, quello spazio che finge o dimentica che un popolo (gli israeliani) non è il proprio governo. E in questo modo mettendo in atto tutta una serie di infingimenti, mistificazioni e maschere che portano alla diffusione e alla crescita dell’antisemitismo in Europa: una responsabilità che produrrà gravi danni nei prossimi anni.
Oggi non esiste più un movimento internazionalista che voleva l’affermazione del potere del popolo in ogni angolo del Mondo. Per cui è bizzarro il sostegno integrale a Hamas e a Gaza, come se quel luogo fosse ancora in una porzione di tempo novecentesco pre-caduta del Muro. In sostanza con la caduta dell’ideale internazionalista delle masse proletarie al potere e la soppressione delle nazioni in quanto revanscismo ottocentesco, dovrebbe essere venuto meno anche questo atteggiamento di solidarietà senza condizioni che il PD sta dimostrando verso il gruppo terroristico di Hamas. La mobilitazione pro-Hamas è stata indotta e promossa dal 7 ottobre 2023 su piattaforme internazionali da hacker russi putiniani, che hanno visto lo scenario mediorientale come oblio sull’invasione in Ucraina. Poi gli emiri qatarini, che hanno sostenuto la narrazione di Hamas; la tv Al-Jazeera, megafono del Qatar e di Hamas; l’Iran; alcune Ong legate al globalismo “anti-colonialista”; alcune organizzazioni delle Nazione Unite come Unwra; certa intellighenzia delle università americane ed europee; seconde e terze generazioni di immigrati economicamente depresse nelle periferie delle città europee; alcune piccole sigle molto antagoniste.
Questo elenco è un po’ la base che ha chiamato la politica a schierarsi in modo manicheo. Nel PD si sarebbe potuto ragionare con analisi storiche e suggerire un percorso di buon senso. Invece no, ci si è accodati agli antagonisti. L’allucinazione collettiva è diventata moda (le bandiere palestinesi sono diventate scialli, vestiti, copricapo), anche quando la proposta di pace era ormai accettata. Il PD ha preferito allinearsi alla propaganda di Hamas che vuole una “Palestina libera dal fiume al mare” (cioè la distruzione di Israele), qualcuno di loro si è pure ridicolmente definito “dalla parte giusta della Storia”. Una volta la sinistra citava Brecht (“ci siamo seduti dalla parte sbagliata, perché tutti gli altri posti erano già occupati”), invece di propalare sciocchezze.
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