La storia di Barbie, la bambola più famosa al mondo: l’icona pop protagonista del film-evento

A tre mesi dall’uscita è già Barbie-mania. La pubblicazione del trailer del film ispirato alla bambola più famosa al mondo, insieme con tutte le anticipazioni e le indiscrezioni, ha generato un’ondata di attenzione ed entusiasmo con pochi eguali. L’hype è stato ribattezzato Barbiecore. Il film è stato scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach, è diretto dalla stessa Gerwig. A interpretarlo un cast stellare con Margot Robbins nei panni della protagonista e Ryan Gosling in quelli del fidanzato Ken.

Barbie è nata nel 1959. Ruth ed Elliot Handler erano una coppia. Si erano appena trasferiti a Los Angeles e avevano assemblato in garage il laboratorio della Mattel, il marchio che avevano fondato nel 1945. Barbie era ispirata alla figlia Barbara. Ruth ce l’aveva in mente da un po’ di tempo, da quando aveva notato che il mondo dei giochi era dominato dai bambolotti. La donna aveva notato inoltre che la figlia giocava con le immagini di attrici ritagliate dai giornali e in un viaggio in Svizzera aveva comprato diversi pezzi di Bild Lilli, una bambola tedesca in plastica che riprendeva i tratti di una protagonista dei fumetti.

La sua Barbie doveva essere moderna, gambe lunghe e vita sottile, busto florido e tratti del viso dettagliati. La prima era bionda, con i capelli legati in una lunga coda, un costume a strisce bianco e nero, sandali con il tacco e orecchini dorati. La data di compleanno si fa cadere il 9 marzo, anniversario del giorno in cui la bambola debuttò alla fiera del giocattolo di New York con il nome Barbara Millicent Roberts. Solo in quello stesso anno furono vendute oltre 350mila Barbie, bionde e more, a tre dollari ciascuna. Un successo. A fare la differenza l’idea di Ruth Handler di commercializzare la bambola con guardaroba e accessori da acquistare separatamente. “Ogni bambina ha bisogno di una bambola attraverso cui proiettare sé stessa nel sogno del proprio futuro, Barbie rappresenta il fatto che una donna ha delle scelte”, racconto la creatrice nel 1977 al New York Times.

Kenneth detto Ken è arrivato nel 1961. Skipper, la sorella, nel 1960. Midge, la migliore amica, nel 1963. I gemelli Tutti e Todd nel 1965. Le sorelle Stacie nel 1992, Shelly nel 1995, Chelsea nel 1999. Barbie è arrivata in Italia nel 1964, con una fisionomia già cambiata dal trucco, gli occhi più grandi e le ciglia finte. Un universo che passo dopo passo si è allargato con la casa, le automobili, i camper. Altre modifiche furono apportate ai capelli e al busto in grado di girare in senso rotatorio fino alle grandi case di moda che cominciarono a vestirla e ai nuovi modelli ispirati all’emancipazione femminile o a icone del mondo dello spettacolo e della società come nella linea “Inspiring Women”.

Quando la bambola ha compiuto 60 anni è stato lanciato un progetto di sensibilizzazione sul dream gap, la perdita di fiducia nelle proprie capacità che si verifica tra le bambine intorno all’età di cinque anni. Mattel ha dedicato una Barbie “one of a kind”, un pezzo in copia unica ispirato a una persona reale, un esempio. Come la chef italiana, stellata Michelin, Rosanna Marziale, o la cantante Elisa, o l’astronauta Samantha Cristoforetti. A oggi esistono circa 200 Barbie legate a una specifica professione. Durissime le critiche che la bambola icona ha ricevuto negli anni. Per la sua conformazione fisica soprattutto, portatrice di un modello perfetto ma tossico di donna e ragazza. Barbie è diventato spesso anche sinonimo di ragazza appariscente esteticamente ma poco intelligente.

Il film scritto da Gerwig, secondo quanto riportato dalle agenzie, promette di svelare un lato meno leggero, più femminista e sociale, della bambola icona pop. Barbie lascia Barbieland a causa delle sue imperfezioni, si mette in viaggio e scopre anche se stessa. Appena dopo la pubblicazione del trailer, le ricerche sul Barbiecore in rete sono raddoppiate. Ricerche sulle pantofole che aprono il trailer, sui tacchi a spillo tempestati di cristalli, sui capelli platino dei protagonisti. I vestiti sono disegnati da Jacqueline Durran. Non è il primo film ispirato alla bambola, solo in quello che i fan chiamano Barbie Cinematic Universe erano stati numerosi i prodotti tra animazione e televisione.