La variante invisibile del visone e le polemiche sull’allarmismo Covid: “Basta virus da bar, parliamo di aviaria e Dengue”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 18-01-2022 Roma Trasmissione tv “Porta a Porta” Nella foto Matteo Bassetti (virologo) Photo Roberto Monaldo / LaPresse 18-01-2022 Rome (Italy) Tv program “Porta a Porta” In the pic Matteo Bassetti

Dopo Arturo, ecco una nuova variante di Sars-CoV-2 identificata in Polonia, in due allevamenti di visoni molto vicini fra loro, a novembre 2022 e a gennaio 2023. Si tratta di una variante che ha al suo interno 40 mutazioni aggiuntive e, probabilmente per questo, è difficile da individuare anche perché, rilevano gli esperti, i sintomi venivano ‘nascosti’ bene dagli animali.

La scoperta è stata riportata su ‘Eurosurveillance’, in un articolo che descrive questo “lignaggio criptico” del virus di Covid-19 come il “possibile risultato di una circolazione prolungata non rilevata in un serbatoio animale sconosciuto” al momento.

Per ora non sono stati individuati casi umani del nuovo lignaggio. La variante ‘umana’ più simile è la B.1.1.307, le cui ultime sequenze sono state segnalate in diverse parti d’Europa tra fine 2020 e inizio 2021. Ma rispetto a quest’ultima il virus del visone presenta differenze in 40 nucleotidi (mutazioni aggiuntive) suggerendo la possibilità di “un’evoluzione virale indipendente” che “potrebbe costituire una fonte per futuri focolai con nuovi ceppi“. “Il sistema di sorveglianza per le infezioni da SarS-CoV-2 nella regione dovrebbe essere rafforzato – raccomandano i ricercatori – testando più frequentemente visoni e uomini in questi allevamenti, ma dovrebbero essere testati anche animali selvatici come visoni, gatti, faine, puzzole o volpi”.

Una nuova variante che riuscirebbe dunque a camuffarsi, rendendo difficile la sua presenza agli occhi degli esperti. Secondo i ricercatori questa nuova variante “potrebbe provenire da un luogo sconosciuto o da un serbatoio animale non rilevato”. Altro aspetto che preoccupa è legato al fatto che gli animali risultati positivi non mostravano segni della malattia.  Un aspetto da non sottovalutare perché “si crea la possibilità di un’evoluzione indipendente del virus, che può rendere gli stessi animali una sorgente per futuri focolai con nuovi ceppi”.

BASSETTI POLEMICO – Sulla vicenda Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, puntualizza: “Credo sia un’informazione che va bene venga data ai medici, ai sanitari, che venga affrontata nelle riviste scientifiche ma che a mio avviso non dovrebbe diventare una notizia di cui discutere al bar o sui social perché nello stesso momento in cui viene annunciata viene immediatamente detto che non ha una maggiore virulenza, né una maggiore aggressività e quindi non so bene perché si continui a dare notizia di nuove varianti”.

Raggiunto dall’agenzia LaPresse, Bassetti è contrario alle attenzioni spasmodiche che i media continuano a riservare al virus che, poco più di tre anni fa, ha segnato la vita quotidiana in tutto il mondo. “E’ una notizia ‘virologica’ che a mio avviso deve riguardare solo gli addetti ai lavori. Non per censura, ma semplicemente perché non ha più senso dare notizia di varianti sui giornali, riservandole un’attenzione spasmodica”, aggiunge.

“Mi fa specie che in Italia si metta sui giornali l’ultima variante arrivata, quella della Polonia, e non si parli del caso di Dengue di un cittadino francese a Nizza che è a 20 chilometri dal confine italiano”, osserva l’infettivologo. “Il fatto che il virus che causa il Covid sia stato trovato in un visone? Mi preoccupa di più che nel visone sia stato trovato quello dell’aviaria, argomento che è passato praticamente indisturbato”, spiega Bassetti. “Quello sì che è un problema, non la variante di Omicron”.

IL MONITORAGGIO COVID IN ITALIA – Stando all’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, al 23 aprile la curva dei contagi Covid risulta in lieve crescita. L’incidenza sale a 48 casi ogni 100.000 abitanti rispetto ai 37 della precedente rilevazione. Quanto agli ospedali, l’occupazione dei letti è lieve salita delle Terapie intensive: a livello nazionale il tasso è all’1% rispetto allo 0,8% della scorsa settimana. Sale anche il numero dei pazienti in area non critica, che si attesta al 4,5% rispetto al 4,2% della settimana precedente. Scende invece l’indice Rt, che si attesta a 0,93 rispetto allo 0,97 della precedente rilevazione. Infine un’occhiata alle regioni: dieci sono a rischio alto, tutte a causa di molteplici allerte di resilienza; undici sono a rischio moderato e nessuna classificata è a rischio basso.