Un milione di euro in contanti prelevati nel giro di tre mesi ‘grazie’ all’utilizzo di tre conti correnti. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, dopo le segnalazioni ricevute, sta per attivarsi sul giro di fondi che vece protagonista l’ambasciata russa a Roma. Un caso di cui si stanno occultando l’Uif, l’Unità di antiriciclaggio, ma anche i servizi segreti.
A riportare la vicenda è il Corriere della Sera secondo cui fonti qualificate della maggioranza confermano l’esistenza del dossier che verrà a breve esaminato. La vicenda risale alla prima metà dello scorso anno, pochi mesi dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin.
Le “movimentazioni sospette” sono state rilevate sui tre conti correnti dell’ufficio diplomatico russo: uno dei conti opera in valuta, gli altri due in euro. Soldi trasferiti da un conto all’altro e poi prelevati integralmente in più occasioni. Movimenti che non sono sfuggiti all’antiriciclaggio della Banca d’Italia che iniziò a trasmettere diverse segnalazioni. Poche settimane dopo una società di security consegnò all’ambasciata della Federazione russa “seimila banconote da cento euro”.
Il Corriere ricorda che è vero che le sanzioni hanno ridotto le modalità di trasferimento dei soldi per le istituzioni moscovite, “tuttavia – sottolineò l’Uif – importi così elevati rendono sospetta la movimentazione”.
Il senatore Enrico Borghi di Italia viva chiama in causa l’intervento della premier, con una interrogazione nella quale evidenzia “l’attivismo” di Putin in Italia negli ultimi anni, ricordando dapprima l’operazione “dalla Russia con amore”, poi sottolineando “l’atteggiamento intimidatorio” della diplomazia moscovita quando le Camere decisero di schierarsi nel conflitto a fianco dell’Ucraina. Infine il riferimento alle indagini sul giro di contanti movimentato dall’Ambasciata russa a Roma.
