Prima in Spagna, con l’espulsione di più di cinquanta passeggeri ebrei, di cui quarantaquattro minori, da un aereo Vueling all’aeroporto di Valencia. Adesso in Italia, con l’aggressione subita in un autogrill, vicino Milano, da due turisti francesi di religione ebraica. Elie Sultan, padre di 52 anni era insieme al figlio di 6 anni quando, all’uscita dal bagno, è stato insultato e pestato davanti al suo bambino perché indossava la kippah.

La verità è che episodi come questo persistono ormai da mesi, dettati da un linguaggio d’odio e di accanimento che trova la sua giustificazione nei media e nei social, portando l’opinione pubblica a prendersela anche con chi, una responsabilità per quanto sta accadendo a Gaza, non ce l’ha. Ed ecco che, tra gli autori di queste aggressioni antisemite, non figurano estremisti religiosi, o guerrieri della rivoluzione, ma persone normali, legittimate dal pensiero comune ad agire contro tutti gli ebrei, indistintamente. Le pericolose conseguenze della polarizzazione dell’opinione pubblica sono state la chiave di volta dell’Ora del Riformista di ieri. Protagonisti del confronto, moderato da Aldo Torchiaro, sono stati Noà Bentura, studentessa universitaria, Tiziana Della Rocca, autrice e firma del Riformista, David Elber, esperto di diritto internazionale, Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, Andrée Ruth Shammah, regista teatrale e direttrice del teatro Parenti di Milano, Luca Spizzichino, presidente dell’Unione giovani ebrei d’Italia.

Sugli ultimi fatti di Milano, la procura ha aperto le indagini nei confronti di una quindicina di persone, di cui quattro sarebbero state già identificate. L’ipotesi di reato è di “percosse aggravate dall’odio razziale”. Intanto la comunità ebraica è sconvolta, e Meghnagi denuncia il clima di profonda parzialità che si respira: «Oggi non c’è possibilità di dibattito, né che qualcuno possa dire qual è la realtà delle cose. E la colpa è della politica, soprattutto della sinistra, che ha infettato le comunicazioni, raccontando menzogne e mostrando immagini false». E poi si rivolge alla sua comunità: «Dobbiamo continuare a protestare e a combattere per essere rispettati. Non dobbiamo abbassare la testa, né avere paura davanti a episodi come quello dell’aggressione di Milano». In un momento buio per il popolo ebraico, Shammah ricorda che adesso, rispetto a 80 anni fa, le cose sono cambiate: «L’antisemitismo c’è sempre stato e ora si è trovata una nuova giustificazione ma, rispetto a prima, c’è lo Stato di Israele. In questo momento manteniamo la testa alta perché, se ci scacciano da un posto, abbiamo un Paese e un esercito che ci protegge. Gli ebrei adesso non resteranno in silenzio».

Eppure sui social, molti contenuti a difesa di Israele vengono colpiti da barriere e censure, come sottolinea Spizzichino: «Stiamo piano piano arrivando a un punto di censura preventiva in cui, solo per il fatto di essere ebreo, oppure non critico nei confronti di Israele, non hai più diritto di parola. I social sono diventati un buco nero senza una moderazione». Impegnata anche sui social network, Della Rocca interviene sul racconto del conflitto israelo-palestinese attraverso i media: «L’antisemitismo risiede nel modo in cui questa guerra è stata raccontata dall’inizio. La modalità in cui viene fatto è spaventosa. Mi ha colpito il New York Times che, dopo aver pubblicato quella foto di un bambino malato di una patologia genetica, l’ha smentita. Si sono persi i freni inibitori».

Sul dilagare dell’antisemitismo si sofferma Bentura: «Non si possono biasimare troppo coloro che si definiscono pro-Pal. L’informazione oggi è totalmente polarizzata e unilaterale e non ammette che ci siano voci diverse da quella che si vuole far sentire». Mentre Elber analizza la questione sul piano giuridico internazionale: «Siamo arrivati a un momento davvero pericoloso in merito alla legittimità di Israele a esistere. Si crede che lo Stato ebraico sia nato per volontà dell’Onu, ma è falso. Ed è proprio sul tema dell’occupazione territoriale che discendono tutte le considerazioni riguardo la sua delegittimazione». L’Ora del Riformista tornerà a settembre, dopo la pausa estiva.