L’apocalisse della democrazia italiana, le cause dell’avanzata del populismo

A dir la verità, però, mi permetto di aggiungere, se un’idea sbagliata ottiene consenso reale occorre porsi il problema del perché ciò accada: questa reazione non ci sarebbe stata se in tutto il periodo del secondo sistema dei partiti le leadership politiche con qualche rara eccezione (come Veltroni nel 2008) non avessero esagerato nella partigianeria eccitando l’elettorato di appartenenza e sovrastimando le distanze reali, impedendo anche accordi di sistema tra diversi. L’opinione quindi per cui la politica crea divisioni che non esisterebbero nella società è in generale falsa, però non è priva di alcune anime di verità. Anche la teoria di un sistema ingessato dalle élites e poco capace di decidere trova alcuni agganci reali, specie a chi confronta l’efficacia dei sistemi comunali e regionali con quello nazionale, per quanto quest’ultimo sia obiettivamente più complesso. Il punto è però che alle nuove forze votate si è finito per chiedere qualcosa di profondamente contraddittorio: «un radicale cambiamento» ma col desiderio non tanto recondito di riprodurre «le sicurezze del passato, come se i problemi dell’oggi non venissero proprio da quel passato» (pag. 160). La conclusione è che nulla appare scontato, anche perché le motivazioni di voto, al netto di tutti i possibili sistemi elettorali vigenti e futuri, si sono ormai spostate da quelle espressive di un’identità a quelle strumentali in funzione della scelta di un governo (pag. 158). Da questo punto di vista, però, aggiungerei che il problema si presenta asimmetrico: Forza Italia è stata sfidata dalla Lega nella sua parte del campo e, quindi, ben difficilmente può riprendersi come partito egemone di quell’area. Viceversa il Pd è stato sfidato da un soggetto eterogeneo, che ha più difficoltà a mantenere il proprio collante, specie dopo due diverse esperienze di governo. In ogni caso la lezione del testo è chiara: l’offerta, vecchia, nuova e rinnovata, è più decisiva delle domande, delle posizioni di policies degli elettori. Non ci sono determinismi.