“Chiediamo alla Commissione e al Consiglio europeo di riaprire i negoziati il prima possibile per BridgeEU”. L’appello odierno in Parlamento Europeo è di Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario del partito democratico europeo, ed è orientato a sensibilizzare Bruxelles all’iniziative BridgeEU, un nuovo meccanismo in grado di rimuovere gli ostacoli amministrativi e giuridici transfrontalieri nell’Unione Europea, al momento nient’altro che un progetto di legge in stallo che costa la bellezza di 457 miliardi di euro all’anno e sei milioni di posti di lavoro.
BridgeEU è l’acronimo di Border Regions Instrument for Development and Growth, un ponte pronto a venire in aiuto ai cittadini europei che vivono in zone di confine, che si trovano costantemente di fronte a ostacoli che complicano la loro quotidianità e che riducono la loro qualità di vita. Con il nuovo progetto, gli Stati membri sarebbero tenuti a istituire o designare un punto di coordinamento transfrontaliero incaricato di analizzare le proposte, collaborare con le autorità locali e regionali competenti e monitorarne l’attuazione.
Sono 150 milioni i cittadini dell’Unione ad avere meno opportunità del resto della popolazione europea, a subire una persistente violazione dei diritti, tra sfide legislative e burocratiche spesso insormontabili. Cittadini che vivono nei territori di frontiera (che comprendono il 40% del territorio dell’UE e che ospitano quasi il 30% della popolazione, con quasi 2 milioni di lavoratori transfrontalieri) e incontrano maggiori ostacoli per fare impresa, per accedere a servizi pubblici come gli asili-nido o gli ospedali, per promuovere progetti di sviluppo dei loro territori.
Difficoltà simili si ritrovano tra Alto Adige e Tirolo o tra Val d’Aosta e Savoia, Gorizia e Nova Gorica, ma sono anche comuni tra i lavoratori transfrontalieri francesi che vanno ogni giorno in Lussemburgo e che conoscono difficoltà simili per accedere agli asili nido, o nell’ospedale alla frontiera tra Francia e Spagna dove non c’è abbastanza personale per difficoltà di riconoscimento dei diplomi degli infermieri. Il tutto si traduce in una perdita di occasioni, tempo e denaro: una situazione problematiche in un’Europa concepita sin dall’inizio come un moltiplicatore di opportunità.
“Ignorare questi problemi ha un costo insopportabile per la nostra società. Ogni anno assistiamo alla scomparsa di quasi 4 milioni di posti di lavoro oltre alla valutazione dei diritti all’istruzione, alla salute e alla libera circolazione – ha spiegato Gozi-. Bridge UE non è un nuovo obbligo, ma un’opportunità per tutti coloro che aspirano a una migliore cooperazione, chiediamo dunque riaprire i negoziati il prima possibile, come i cittadini ci chiedono da anni”.
