Come ha dichiarato David Sassoli, presidente del Parlamento europeo: «La Conferenza sul futuro dell’Europa è una prima pietra dell’edificio di questa nuova Europa. È una priorità per noi in questo Parlamento, dobbiamo lavorare a stretto contatto con le altre istituzioni dell’Ue, ma anche con i parlamenti nazionali, gli enti locali e regionali, la società civile e, soprattutto, con i cittadini per far sì che sia un successo». Nella risoluzione appena approvata, i deputati europei chiedono che i cittadini siano al centro delle discussioni della Conferenza: «Cittadini di ogni estrazione, la società civile organizzata e i portatori di interessi a livello europeo, nazionale, regionale e locale devono essere coinvolti nella definizione delle priorità dell’Ue, con un approccio dal basso verso l’alto, inclusivo, partecipativo ed equilibrato». A tal fine, l’Europarlamento propone di istituire diverse “agorà” tematiche dei cittadini (forum tematici dei rappresentanti dei cittadini), e almeno due “agorà” dei giovani, ognuna composta da 200-300 persone, con un minimo di tre per Stato membro. I rappresentanti delle agorà tematiche dei cittadini e dei giovani discuteranno le loro conclusioni nella plenaria della Conferenza con gli eurodeputati e i rappresentanti dei parlamenti nazionali, i ministri del Consiglio, i vicepresidenti della Commissione e i rappresentanti di altre istituzioni, organi e parti sociali dell’Ue. Si apre così – e durerà fino al 2022 - una lunga fase di ascolto e di dialogo tra cittadini e istituzioni dell’Unione europea che potrebbe finalmente dare un nuovo impulso alla costruzione della casa comune. Un processo complicato, certo, ma inevitabile che sia così visto il coinvolgimento di 27 paesi con lingue, culture e aspirazioni diverse. Un’occasione di riforma imperdibile per gli stati membri e per i popoli europei. E l’Italia sarebbe ancora in tempo per fare la sua parte.
L’asse Macron-Merkel disegna la nuova Ue: Italia senza voce in capitolo
