Le condizioni di Fedez, il medico che l’ha operato: “Nessun legame con l’intervento per il tumore, forse stress”

Fedez ha trascorso una notte tranquilla all’ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano dopo il ricovero per un’ulcera sanguinante. Il rapper è stato sottoposto a delle trasfusioni di sangue e, secondo quanto apprende l’agenzia LaPresse, le sue condizioni sono stabili e domani sarà sottoposto ad altri accertamenti. Stamattina in ospedale sono andati a trovarlo la moglie Chiara Ferragni che giovedì 28, settembre, aveva lasciato la Fashion Week di Parigi, i figli e i genitori.

Nella serata di ieri era stato lo stesso Fedez a fare il punto della situazione sulle sue condizioni di salute. “Intanto grazie per tutti i messaggi che mi state mandando perché il supporto fa sempre bene in questi momenti. Purtroppo – aveva spiegato su Instagram – attualmente sono ricoverato a causa di due ulcere che mi hanno causato una emorragia interna. Grazie a due trasfusioni di sangue ora sto molto meglio. Ringrazio il personale medico che mi ha letteralmente salvato la vita”.

Il rapper potrebbe restare ancora qualche giorno in ospedale. Adnkronos Salute ha interpellato Massimo Falconi, direttore della Chirurgia del pancreas dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, che nel marzo 2022 operò Fedez per un tumore neuroendocrino del pancreas. “La durata del ricovero in questi casi dipende dalle condizioni generali del paziente. Lui è un ragazzo giovane e sano, quindi io credo che i colleghi lo terranno in ospedale 3-4 giorni per essere sicuri che ci sia una stabilità dell’emocromo e dei parametri vitali, poi potrebbe essere dimesso. Ritengo che al massimo entro una settimana possa essere a casa, se non prima”.

“Io ho notizie indirette – precisa lo specialista – e posso ricostruire il caso solo attraverso quello che naturalmente siamo venuti a sapere, perché il nostro è anche un rapporto affettivo e lui si è messo in contatto con noi anche per sapere cosa fare”.  A far arrivare il rapper nel Pronto soccorso del presidio dell’Asst Fbf-Sacco di Milano sono state delle manifestazioni cliniche possibili in presenza di “un’ulcera peptica – illustra Falconi – un’ulcera duodenale che ogni tanto naturalmente può sanguinare. Di fatto è un evento raro, ma dipende per esempio da quanto tempo il paziente presenta dei sintomi, o magari dall’assunzione di farmaci. Non posso saperlo con certezza”, tiene a puntualizzare lo specialista del San Raffaele.

Per il professionista non ci sarebbero collegamenti con l’intervento subito un anno e mezzo fa: “Ci può essere una fragilità più o meno importante” della parte di organismo interessata, risponde l’esperto, “ma noi non osserviamo quasi mai questo tipo di manifestazioni, soprattutto a una distanza di tempo così significativa dall’intervento chirurgico”. In ogni caso, “di fatto il meccanismo è lo stesso dell’ulcera peptica”, ripete Falconi, e “credo possa essere ricondotto o una secrezione acida gastrica più importante rispetto al normale, oppure a una condizione di stress, o ancora all’assunzione di farmaci senza una protezione gastrica”.