Le fiamme devastano la Sardegna, è corsa contro il tempo: di Cuglieri rimane solo fumo e macerie

Foto Alessandro Tocco - LaPresse 26-07-2021 Provincia - Oristano - Italia cronaca Incendi Provincia di Oristano Nella foto: incendi sulle colline Photo Alessandro Tocco - LaPresse 26 July 2021 - Oristano - Italy news Sardinia fires - Nella foto: Sardinia fires

“Un disastro senza precedenti”. Christian Solinas, presidente della Sardegna, ha definito così l’enorme incendio che da tre giorni sta devastano la sua regione a partire dall’oristanese. Le fiamme corrono veloci verso il nuorese e bisogna fare presto. C’è fretta di arginare il fronte del fuoco a Scanu Montiferru, all’interno della costa nord occidentale sarda, sopra Bosa, prima che il vento rinforzi, come è previsto intorno all’ora di pranzo.

Nel Marghine di prima mattina si era sperato nella pioggia. Il cielo grigio ha spinto i soccorsi a credere di poter contare sull’aiuto del meteo e invece nulla: poche gocce che sono servite poco o nulla per interrompere quella catena di devastazioni. Di boschi, di querce secolari e lecci del valore inestimabile, pascoli, stalle, vigneti resta solo un cumulo di cenere.

I Canadair vanno e vengono verso il mare. “Alle 6.30 di questa mattina gli aerei hanno ripreso le operazioni – conferma l’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione civile, Gianni Lampis a Repubblica – e stiamo aspettando a momenti che arrivino anche gli altri quattro Canadair, due dalla Corsica e due dalla Francia. Non si tratta soltanto di fermare l’avanzata delle fiamme, ma di bonificare le zone dove potrebbe riprendere vigore“. Parlare con l’assessore è un problema: “La linea è pessima – conferma – sono saltati anche i ripetitori”.

Eraldo Sanna Passino, direttore dell’ospedale veterinario dell’Università di Sassari, conferma il disastro per gli allevamenti: “Fin dai primi momenti il circolo dei veterinari sardi si è messo a disposizione per curare gli animali feriti. Ora in ospedale aspettiamo che arrivino le bestie ferite. È un disastro di proporzioni immani: va perduto un patrimonio economico e genetico, non possiamo ancora fare una stima di quanti capi siano morti negli incendi, ma sappiamo che abbiamo perduto linee di sangue fondamentali per la razza della pecora sarda”.

A Cuglieri in cenere anche l’albero millenario: paesaggio spettrale

Cuglieri è uno dei centri abitati più colpiti dalle fiamme che l’hanno praticamente rasa al suolo sabato notte. Il bosco simbolo di rinascita dopo i roghi del 1993 e del 1999, orgoglio del Montiferru e dell’Oristanese, è distrutto. Quell’albero millenario a “Sa Tanca Manna”, che rappresentava il simbolo di Cuglieri e patrimonio dell’intera Sardegna, cancellato dalle fiamme.

Il fuoco ha aggredito anche aziende agricole, capannoni artigianali e alcune case in paese, annerite ma ancora in piedi. La notte scorsa i bagliori del rogo hanno illuminato la montagna dietro la cittadina: “sembrava di stare ai piedi di un vulcano”, hanno detto i testimoni che hanno dovuto abbandonare tutto in fretta e furia. Ma una volta rientrati nelle case, salvate miracolosamente, i cittadini di Cuglieri hanno trovato uno “scenario spettrale e apocalittico”. Percorsa dal fuoco la piazza centrale. “Tutt’attorno all’ex seminario, alle poste e all’oleificio è bruciato – afferma il sindaco Gianni Panichima le strutture si sono salvate”.

Allevatori e agricoltori hanno perso, invece, il lavoro di una vita di sacrifici proprio mentre si risollevavano dopo il lockdown e la zona rossa in primavera. Una volta passato il fuoco hanno trovato solo devastazione: piante da frutto e viti ridotti a bastoncini di legno fumante, animali bruciati vivi intrappolati nei recinti o nelle stalle, mucche allo sbando e qualche cane pastore che non ha voluto lasciare il gregge al suo triste destino e che è stato recuperato con gravi ustioni sul corpo.

Un’intera montagna è stata ridotta in cenere. “Cinquanta anni di rimboschimento andati in fumo, un intero monte cancellato dalle fiamme”, racconta Carlo Pische, titolare delle Distillerie Lussurgesi, di Santu Lussurgiu. E non sono bastate le fasce tagliafuoco e i “lanci” da aerei ed elicotteri a fermare la furia delle fiamme che, sospinte prima dallo scirocco e poi dal libeccio, sono giunte sino alla costa occidentale.