«Questi incidenti sono, in realtà, operazioni militari intenzionali condotte dalla Russia per diverse ragioni». L’analista polacco Wojciech Przybylski, direttore del think tank Visegrad Insight, si riferisce agli sconfinamenti di alcuni droni russi in Polonia, la settimana scorsa, e in Romania, nella notte fra sabato e domenica. Riguardo alla violazione russa dello spazio aereo della Polonia, il ministro degli Esteri e vicepremier polacco Radoslaw Sikorski ha dichiarato: “L’incursione dei droni russi nel nostro spazio aereo della scorsa settimana è stato un tentativo del Cremlino di testare le capacità di reazione della Nato”, mentre la presidente della Commissione dell’Unione Europea Ursula von der Leyen derubrica l’incursione a “sfrontata violazione della sovranità Ue e seria minaccia alla sicurezza regionale”. Chiosa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Questa è un’evidente espansione della guerra da parte della Russia”.
Przybylski, quali sono, a suo avviso, le ragioni dietro gli sconfinamenti dei droni russi in Polonia e Romania?
«Ve ne sono diverse. Innanzitutto, il Cremlino ha utilizzato quei droni per colpire le strutture militari della Nato in Polonia e dimostrare l’”opinione” russa a proposito dell’impegno dei Paesi dell’Alleanza Atlantica relativo all’aumento del supporto militare all’Ucraina, consolidato giorni prima. In secondo luogo, quei droni hanno testato la nostra risposta militare e raccolto i dati di sorveglianza, inviati dai loro assetti sul terreno al comando militare russo prima che decida sui successivi passi in tal senso. Infine, avevano lo scopo di supportare un’operazione di disinformazione su scala molto più ampia, lanciata nella nostra infosfera contemporaneamente a centinaia di migliaia di post e false narrazioni che incolpavano l’Ucraina e cercavano di dividere le nostre democrazie su questo tema».
Truppe Nato in Polonia nell’ambito dell’Operazione “Sentinella orientale”. Un segnale importante?
«L’operazione “Sentinella orientale” rappresenta, senza alcun dubbio, la giusta misura adottata dalla Nato nell’ambito dell’Articolo 4, invocato dalla Polonia per dimostrare determinazione militare e atteggiamento difensivo. Questo è il linguaggio che la Russia, si spera, capirà e che le farà cambiare idea su una possibile volontà di escalation».
Il vicepremier polacco Sikorski ha richiamato l’attenzione sulla necessità di ricorrere, in caso di vittime polacche dovute ai droni russi, anche all’articolo 5 della Nato. Condivide la sua preoccupazione?
«Se la Russia dovesse iniziare a uccidere cittadini appartenenti a qualsiasi Paese della Nato, dovremo unirci come una sola forza, altrimenti ci faranno a pezzi. Si tratta di una chiara intenzione di Mosca. Invocare l’Articolo 5 è una possibilità concreta e stiamo prendendo ogni misura per dissuadere la Russia da ulteriori attacchi».
A fronte del crescente disimpegno Usa, quali iniziative dovrebbe adottare l’Ue per tentare di contenere le aspirazioni del Cremlino?
«L’Europa deve stanziare fondi per una produzione efficace di munizioni e attrezzature e rafforzare la difesa delle nostre società. Dobbiamo discutere con l’opinione pubblica su cosa siamo disposti a rinunciare per proteggere ciò che è più prezioso: le nostre famiglie, le nostre libertà e i nostri successi comuni europei».
