Le regioni dopo le feste in zone rosse e arancioni: lo stabilisce l’indice Rt

Travelers wear face masks while checking in at the ticket counter of Frontier Airlines in the main terminal of Denver International Airport late Thursday, Dec. 31, 2020, in Denver. (AP Photo/David Zalubowski)

La Befana è l’ultimo giorno previsto per l’Italia in zona rossa. Il 7 gennaio entra in vigore il nuovo decreto del governo che stabilisce le norme fino al 15 gennaio e la stretta dovrebbe allentare, almeno per qualche giorno. Dal 7 gennaio è previsto un ritorno alle zone gialle “rafforzate” e arancioni. Poi l’11 gennaio il report dell’Iss stabilirà le nuove fasce di colore in base all’indice Rt. Per il momento vige un calendario che oscilla tra il giallo e l’arancione.

IL 7 E 8 GENNAIO – Zona gialla “rafforzata” per tutta l’Italia. Le restrizioni si manterranno per gli spostamenti tra Regioni, che resteranno quindi vietati tranne che per motivi urgenti di salute, di lavoro e casi specifici. Si potrà uscire di casa dalle 5 del mattino fino alle 22, con un coprifuoco dunque che rimane a regolare gli spostamenti fuori e dentro il proprio Comune di appartenenza. Riaprono bar e ristoranti ma fino alle 18, orario dopo il quale sarà consentito solo il servizio da asporto e consegne a domicilio. Torneranno ad alzare le saracinesche anche tutti i negozi e centri commerciali, così come parrucchieri ed estetisti. Rimangono chiuse le palestre, sarà consentito praticare attività sportiva e motoria individuale solo all’aperto.

IL 9 e 10 GENNAIO – Zona arancione per tutta l’Italia. Lo spostamento sarà consentito solo all’interno del proprio Comune dalle 5 del mattino fino alle 22, fascia oraria permessa dal coprifuoco. Vietati quindi in generale i viaggi fuori Comune e fuori Regione. L’unica deroga prevista sarà quella di potersi spostare fuori dal proprio Comune se questo non supera i 5mila abitanti: in questo caso si potrà uscire percorrendo una distanza massima di 30 chilometri e non potendo raggiungere il capoluogo anche se rientra nel raggio di spostamento consentito. Bar e i ristoranti dovranno rimanere chiusi potendo garantire solo il servizio d’asporto e consegne a domicilio fino alle 22. Saranno aperti supermercati, farmacie e tabaccai ma anche attività commerciali al dettaglio tranne i negozi di abbigliamento, gioielleria e calzature. Parrucchieri ed estetisti potranno svolgere piena attività a differenza delle palestre, ancora chiuse.

DALL’11 LE ZONE IN BASE ALL’INDICE RT – Con l’Rt sotto l’1 le regioni dovrebbero rimanere in fascia gialla. Con l’Rt pari a 1 si va in fascia arancione. Con l’Rt pari a 1,25 si va in fascia rossa. Ogni governatore potrà firmare ordinanze più restrittive rispetto a quelle del governo su scuole, aperture dei negozi e centri commerciali, altre attività o spostamenti. I sindaci potranno chiudere piazze e strade per evitare gli assembramenti.

LE REGIONI A RISCHIO STRETTA – Bisognerà attendere l’11 per conoscere i dati dell’Iss ma qualche previsione si può già immaginare. Con i nuovi criteri è probabile che il Veneto vada verso la zona rossa. Il 31 dicembre il Veneto aveva l’Rt a 1,07, una valutazione d’impatto sul sistema sanitario “alta” e quella della classificazione complessiva rischio a “moderata-alta”. Con 1,25 c’è il passaggio a “rosso”, un valore che appare plausibile. Il Lazio è un’altra regione che, sia pure con un aumento dei positivi, ha limitato i danni e ha avuto i numeri per restare gialla. Il suo Rt ora è vicino a 1, se lo supererà, come è possibile, per la prima volta finire in fascia arancione, con conseguente chiusura di bar e ristoranti.

Ci sono altre Regioni a rischio arancione o rosso. La Calabria, oltre a un sistema sanitario fragile, paga un Rt che è ben al di sopra di 1 e potrebbe diventare rossa, mentre è quasi scontato che quanto meno si ritrovi in arancione. Il Friuli-Venezia Giulia, nei fatti, si trova in una situazione sovrapponibile a quella del vicino Veneto, con l’Rt attorno a 1. L’Emilia-Romagna appare prossima alla classificazione in arancione, mentre vi sono alcune Regioni che stanno affrontando una situazione epidemiologica fluida. Prima fra tutte, l’Umbria: nell’ultimo report l’Rt era basso e non preoccupava l’impatto sugli ospedali, però ci sono alcuni segnali discordanti. A rischio anche la Campania.

A rischio arancione l’Abruzzo, che aveva sì un Rt molto basso nell’ultima rilevazione, ma che registra l’incremento dei ricoveri. Anche Puglia e Lombardia sembrano, quanto meno, destinate a ritrovarsi in arancione.

In Sicilia ieri si è accesa la spia dell’allarme: è stata la terza regione per numero di nuovi positivi, oltre 1.500 con poco più di 9.500 tamponi. Potrebbero salvarsi e andare in zona gialla Sardegna (anche se nell’ultimo report aveva un livello di rischio “non valutabile”, che equivale ad “alto”), Toscana, Piemonte e Molise.