La legge elettorale è stata allora scelta per supplire a questo devastante deficit, come se avesse potuto farlo. Col sistema elettorale maggioritario si pensa di occultare la crisi dei partiti che hanno perduto persino i loro nomi. Con il primato delle coalizioni si pensa di risolvere la volatilità dei governi, la cui forza è invece minata da giganteschi processi strutturali e istituzionali, europei e mondiali, e, dal basso, da una formidabile crisi di consenso. La governabilità e la ricerca della stabilità hanno fallito. Sono state le risposte moderate e modernizzatrici a una crisi di cui si sono volute ignorare le più profonde radici economiche, sociali, culturali e politiche, le quali si prendono la rivincita dando luogo a una stabile instabilità. La ricerca della salvezza in una buona legge elettorale è un’illusione; la ricerca, come ora accade, di una legge elettorale che favorisca la propria parte nella conquista del governo è del tutto miope. La propensione a cercare una soluzione della crisi nella legge elettorale è come mettersi all’inseguimento del cavallo ruffiano. Le leggi elettorali susseguitesi nel nostro Paese hanno visto tutte falsificatesi le loro promesse senza mai superare la prova di una interna coerenza e, tanto meno, senza neppure avvicinarsi alla soglia dell’efficacia. I fautori di quest’ultime hanno spesso, con qualche ragione, indicato come modello quello francese. Con questo sistema, Macron viene incoronato Presidente della Repubblica dei cui poteri dispone, fonda un nuovo partito con il quale guadagna la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, con questo bagaglio dorato si accinge a governare senza condizionamenti partitici e istituzionali. Alla prima prova viene fermato da una rivolta lunga, possente e diffusa, sono i gilet-jaunes che lo fermano. La luna di miele è già finita. Poi prova a mettere in discussione il sistema pensionistico e una serie di imponenti scioperi generali paralizzano la Francia. La governabilità è già in crisi. Anche in politica istituzionale non si possono prendere lucciole per lanterne senza fallire. Se la crisi è della democrazia, non puoi cercare una soluzione tecnica in una qualsiasi legge elettorale.
Legge elettorale come gioco dell’oca, ogni volta si torna al punto di partenza
