Eppure, se da un lato si riducono i margini di manipolabilità della legge elettorale per via referendaria, dall’altro, si carica ancor di più sulle spalle del Parlamento l’onere di approvare una legge elettorale di qualità, essendo ormai difficilmente modificabile per via referendaria. Fatto da non sottovalutare. L’inammissibilità lascia, sul breve, almeno altri due problemi. Come evitare la frammentazione politica propria di un sistema totalmente proporzionale? In presenza di partiti molto fluidi anche una soglia alta non basta a garantire che il Parlamento non sia poi una palude. Occorrono allora precisi strumenti costituzionali e regolamentari. E poi: posto che i collegi uninominali rappresentavano una “terza via” tra le liste bloccate – previste dal testo Brescia appena depositato - e le preferenze, come evitare il rischio, in assenza di collegi, di una delegittimazione dei partiti nel presentare liste di candidati senza adeguate procedure di democrazia interna? Che le forze politiche in Parlamento ne siano consapevoli.
Legge elettorale, con proporzionale rischio palude in Parlamento
