L’Europa fa quadrato attorno all’Ucraina, Zelensky: “Il vertice è la vittoria di Putin”

Ukrainian President Volodymyr Zelenskyy talks with EU Commission President Ursula von der Leyen during meeting with media at Mariinsky Palace in Kyiv, Ukraine, Saturday, Feb. 24, 2024. President Volodymyr Zelenskyy has welcomed Western leaders to Kyiv to mark the second anniversary of Russia's full-scale invasion, as Ukrainian forces run low on ammunition and foreign aid hangs in the balance. (AP Photo/Efrem Lukatsky)

Mentre si avvicina l’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska, l’Europa cerca di fare quadrato intorno all’Ucraina, con Volodymyr Zelensky che ha già messo le mani avanti. Per il presidente ucraino, il summit tra il leader russo e quello statunitense è “una vittoria personale di Putin” e ha escluso qualsiasi ritiro delle truppe di Kyiv dal Donbass. E i dubbi di Zelensky sull’incontro in Nord America arrivano dopo che diversi osservatori hanno messo in guardia sui rischi di questo vertice.

Tra ipotesi di una “nuova Yalta” che coinvolgerebbe anche Pechino e un negoziato sull’Ucraina che appare sempre più vicino alle posizioni del Cremlino, molti esperti e funzionari attendono con una certa preoccupazione i risultati di questo incontro. Qualcuno è più cauto, credendo che Trump, per quanto più attento alle sirene di Mosca che a quelle di Kyiv, dovrà in ogni caso fare i conti con una realtà sul campo e diplomatica per cui non potrà mostrarsi troppo accondiscendente nei confronti di Putin. E su questa linea è apparsa anche la Commissione europea, che ha definito “prematura” qualsiasi riflessione su un accordo “buono o cattivo” per l’Ucraina.

Difficile prevedere come si svolgerà l’incontro. Trump ha fatto capire di volere a ogni costo un’intesa, anche estromettendo Zelensky dal vertice e accusandolo di essere “irritante” con i suoi commenti sulla mancata cessione di alcuni territori per raggiungere la pace. Ma intanto, proprio per evitare che in Alaska si decida il destino di Kyiv senza guardare ai suoi interessi, l’Unione europea continua a lanciare diversi segnali nei confronti di Trump. Ieri, i leader Ue (ad eccezione del premier ungherese Viktor Orban) hanno firmato una dichiarazione congiunta netta. “Una pace giusta e duratura che porti stabilità e sicurezza deve rispettare il diritto internazionale, compresi i principi di indipendenza, sovranità, integrità territoriale e l’inviolabilità dei confini internazionali” hanno dichiarato i capi di Stato e di governo dell’Unione in coordinamento con il Consiglio europeo.

“Il percorso verso la pace in Ucraina non può essere deciso senza l’Ucraina. Negoziati significativi possono aver luogo solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità”, hanno ribadito i leader Ue. E nella stessa dichiarazione è stato confermato che “l’Unione Europea e gli Stati membri sono pronti a contribuire ulteriormente alle garanzie di sicurezza (dell’Ucraina n.d.r.) sulla base delle rispettive competenze e capacità”. La scelta di Bruxelles è chiara. E dopo la nota, Zelensky ha voluto ringraziare il Vecchio Continente per il sostegno mostrato in questa delicata fase di avvicinamento all’incontro Putin-Trump. L’Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, ha anche fatto riferimento alla possibilità di un ulteriore pacchetto di sanzioni contro Mosca, che sarebbe il diciannovesimo dall’inizio della guerra. E oggi sono attese telefonate e videocall tra i leader europei, Zelensky e lo stesso presidente Usa (insieme al vice J.D. Vance) per fare il punto della situazione proprio in vista del summit in Alaska. Incontri virtuali che rischiano di rivelarsi particolarmente tesi.

Ma mentre il presidente ucraino ha ribadito che “è impossibile parlare dell’Ucraina senza l’Ucraina e nessuno accetterà un simile formato” e ha sentito l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan che si è proposto di ospitare un trilaterale con Zelensky, Putin e Trump, le indiscrezioni parlano di un negoziato che non lascerebbe molti margini di manovra a Kyiv. Il Telegraph ieri ha rivelato che Zelensky potrebbe addirittura accettare il congelamento della linea del fronte e la cessione alla Russia delle aree già occupate (cosa smentita dal governo ucraino). Ma mentre Putin cerca di spezzare l’isolamento internazionale e far riconoscere da Trump le pretese per fermare la guerra, a Kyiv già temono una ripresa dell’avanzata. “Vediamo che l’esercito russo non si sta preparando a porre fine alla guerra. Al contrario, è impegnato in movimenti che indicano la preparazione di nuove offensive”, ha scritto sui social Zelensky. E il timore di molti è che lo “zar” potrebbe non accontentarsi delle proposte di The Donald, pur sperando di evitare le sanzioni minacciate, e già ci sono segnali di un’accelerazione dell’Armata proprio in Donbass.