Libia buco nero del Mediterraneo, l’ascesa di Haftar che controlla il Mediterraneo con… i migranti

Russian President Vladimir Putin, right, and Libyan National Army Commander Khalifa Haftar meet at the Kremlin in Moscow, Russia, Saturday, May 10, 2025. (Gavriil Grigorov/Sputnik/Kremlin Pool Photo via AP)

Il Mediterraneo continua a ribollire e non lo fa soltanto per i conflitti che lo attraversano sia ad est che a sud, ma soprattutto per i flussi migratori e gli scontri geopolitici fra le potenze. Al centro di tutto resta il cosiddetto dossierLibia”, con lo stato nordafricano protagonista.

Il paese rimane spaccato in due, anche se il governo di Tobruk, che rappresenta la Cirenaica, è arrivato a controllare circa il 70% del territorio grazie ad una serie di accordi con la tribù del Fezzan e di alcune città della costa. Questo governo è totalmente nelle mani del Maresciallo Khalifa Haftar che guida l’Esercito Nazionale Libico, la sua milizia privata. A Tripoli resiste, almeno per il momento il fragile esecutivo guidato da Abdul Hamid Dbeibah che a malapena riesce a mantenere il controllo diretto sulla regione della capitale, mentre alcuni milizie alleate gli garantiscono la strada costiera sul Mediterraneo.

Il governo di Tripoli aveva come mentore la Turchia ed il riconoscimento delle Nazioni Unite, ma Ankara si sta disimpegnando e adesso il suo futuro appare a rischio. La Libia orientale ha come padroni Mosca e l’Egitto ed il suo potere è in grande crescita. Proprio dai porti della Cirenaica stanno aumentando le partenze di migranti, diretti soprattutto in Grecia. Proprio Atene ha avuto una serie di scontri molto duri contro il governo di Tripoli per questioni territoriali sull’estrazione petrolifera off-shore nel Mar Mediterraneo.

Il governo della Tripolitania ha firmato un accordo con la Turchia per l’estrazione del petrolio, ma invadendo, secondo i greci, una fetta di mare ellenica. Lo scontro politico è stato durissimo anche per gli arrivi sempre più crescenti di migranti che dalla Libia sbarcano sulle coste e le isole greche. Il governo greco dopo aver cercato un accordo con Tripoli si è mosso per aprire un canale preferenziale con la Cirenaica ed il ministro degli Esteri greco Giorgos Gerapetritis si è recato domenica scorsa a Bengasi per incontrare il capo dell’Esercito nazionale libico (LNA), il Maresciallo Khalifa Haftar, il vero uomo forte della Libia orientale.

La visita di Gerapetritis è destinata a far riprendere i colloqui con la Libia, nel tentativo di prevenire complicazioni nell’ambito del Memorandum Turchia-Libia e di gestire i flussi migratori, in un momento in cui la situazione interna del paese nordafricano rimane estremamente fluida e instabile. Dopo l’incontro con il generale il responsabile della politica estera greca ha incontrato anche il figlio Belkacem Haftar responsabile della ricostruzione e della riorganizzazione della Libia orientale che ha lanciato un invito alle aziende greche a partecipare all’iniziativa. A metà luglio il ministro Gerapetris si recherà anche a Tripoli per trovare un accordo anche con Dbeibah, ma la Libia resta l’autentico buco nero del Mediterraneo.