Oltre tremila morti accertati, migliaia di dispersi, più di seimila, e circa settemila feriti. Si aggrava drammaticamente il bilancio delle inondazioni in Libia dove si temono oltre 10mila morti solo nella città di Derna, nell’est del Paese (la quarta più grande con 120mila abitanti), devastata dal passaggio della tempesta Daniel. “I morti potrebbero superare i diecimila, soltanto a Derna,”, ha detto Ahmed Wali, consigliere di diverse circoscrizioni di Tripoli, riferendo “informazioni che derivano dalla televisione di Bengasi”. “Anche uno dei ministri ha accennato a una cosa del genere”, ha aggiunto il consigliere. Fra le altre città colpite nel fine settimana dalla catastrofe naturale ci sono Bengasi, Bayda, Al Marj e Soussa.
“Sono tornato da Derna. È un disastro. Corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici”, ha detto telefonicamente a Reuters Hichem Chkiouat, ministro dell’aviazione civile e membro del comitato di emergenza. “Il numero dei corpi recuperati a Derna supera i mille”, ha detto. Si aspetta che il bilancio finale sarà “davvero, davvero grande”. “Non esagero quando dico che il 25% della città è scomparso. Moltissimi edifici sono crollati”, ha aggiunto.
Decine delle vittime sono state seppellite in fosse comuni nel cimitero di Martouba, a una ventina di chilometri alle porte di Derna. A causa delle piogge torrenziali e del conseguente crollo di due dighe che hanno lasciato defluire 33 milioni di metri cubi d’acqua, sono andate distrutte centinaia di case e cinque quartieri residenziali. La mancanza di risorse e il difficile accesso a queste zone montuose ha costretto le squadre di soccorso e i cittadini a estrarre centinaia di vittime dalle macerie a mani nude e a seppellirle in fosse comuni nel cimitero alle porte della città. Le autorità contrapposte dell’Est e dell’Ovest, hanno chiesto alla comunità internazionale aiuti umanitari, tra cui macchinari pesanti, forniture mediche e cibo.

La Turchia ha inviato tre aerei con aiuti umanitari e personale per le operazioni di soccorso. “Continuiamo a mandare squadre per le operazioni di soccorso e forniture di aiuti alla Libia, Paese amico fraterno”, ha affermato il ministero della Sanità di Ankara nell’annunciare la partenza del terzo aereo carico di aiuti, come riporta Anadolu. Anche l’Italia ha attivato la Protezione civile, su richiesta della premier, Giorgia Meloni; e secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “una squadra avanzata di valutazione è già in partenza”.
Papa Francesco è “profondamente addolorato” per “l’immensa perdita di vite umane e distruzione causate dall’inondazione della parte orientale della Libia”. In un telegramma inviato dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin al nunzio apostolico in Libia, mons. Savio Hon Tai-Fai, il Papa “assicura le sue preghiere per le anime dei defunti e per tutti coloro che ne piangono la perdita” ed “esprime vicinanza spirituale ai feriti, a coloro che temono per i loro cari scomparsi” e al personale di emergenza che fornisce soccorso e assistenza.
Messaggio anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Le inondazioni provocate dall’uragano Daniel, che ha così duramente colpito la parte orientale della Libia ed in particolare la citta’ di Derna, provocano profonda tristezza e sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell’amico popolo libico. In questo spirito – scrive il capo dello Stato – desidero far pervenire a Lei, signor Presidente, e alle famiglie dei deceduti il profondo cordoglio dell’Italia tutta e mio personale. Ai numerosi feriti e a quanti hanno subito pesanti perdite materiali auguriamo un pronto ristabilimento”.
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