Non è più un’ipotesi da laboratorio né uno scenario da convegno: l’intelligenza artificiale è ufficialmente entrata in Parlamento. Si tratta dei prototipi Norma, Macchina per la Scrittura degli Emendamenti e DepuChat, nati a seguito della manifestazione di interesse promossa nel 2024 dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei deputati, presieduto dalla vicepresidente Anna Ascani. I progetti sono stati selezionati da una commissione tecnico-scientifica guidata dal professor Luciano Floridi, autorevole voce internazionale nel dibattito sull’etica digitale e sull’impatto sociale della tecnologia.

I 3 prototipi per innovare il lavoro delle istituzioni

A partire da questa selezione, è iniziato un lavoro congiunto tra proponenti e amministrazione parlamentare che ha portato allo sviluppo dei tre prototipi, presentati il 9 luglio scorso a Montecitorio. L’incontro si è aperto con una lectio magistralis di Floridi, che ha ricordato come l’intelligenza artificiale non sia “cattiva in sé”, ma richieda regole, responsabilità e visione politica: «È una rivoluzione che ci deve sconvolgere. Ma non travolgere». Norma, nato da una collaborazione tra il Politecnico di Milano e l’Istituto Einaudi, è un assistente virtuale destinato agli uffici della Camera. Funziona come un chatbot addestrato per rispondere a domande in linguaggio naturale sulla produzione legislativa: leggi approvate, decreti, iter dei provvedimenti, numero di letture, tempi di approvazione, variazioni nei commi. È in grado di restituire dati sotto forma di testo, grafici o tabelle, e si basa su fonti ufficiali già disponibili online, come quelle dell’Osservatorio sulla legislazione e del sito temi.camera.it. Norma potrà evolversi fino a offrire confronti tra legislature e governi, contribuendo anche alla redazione del Rapporto annuale sulla legislazione.

Il chatbot

La Macchina per la Scrittura degli Emendamenti (MSE) è uno strumento avanzato di scrittura assistita, sviluppato dal consorzio interuniversitario Alma Human AI (Bologna, LUISS, CNR, Torino, Verona). Permette ai deputati di proporre modifiche ai testi legislativi tramite un’interfaccia che, in tempo reale, genera emendamenti formalmente corretti secondo le regole della Camera. Il sistema include un chatbot che risponde a quesiti tecnici attingendo a dossier, memorie e documenti già depositati. È in fase di prototipazione anche un modulo che, attraverso l’interazione in linguaggio naturale, suggerirà formulazioni precise e conformi per migliorare il contenuto emendativo.
Il terzo prototipo, DepuChat, nasce da un progetto congiunto delle Università di Roma Tre e Firenze. Si tratta di un chatbot pensato per migliorare la comunicazione tra cittadini e deputati, facilitando l’accesso alle informazioni già pubblicate nelle schede personali online: dati anagrafici ed elettorali, atti presentati, interventi in Aula e in Commissione. Il sistema è progettato per fornire risposte chiare e documentate, con link alle fonti ufficiali. Per garantirne affidabilità e accuratezza, sarà rilasciato in un momento successivo rispetto agli altri due.

Una nuova fase di valutazione ed evoluzione

Durante la presentazione, il professor Luciano Floridi ha sottolineato il valore politico della sperimentazione: «Il vero rischio oggi è l’incertezza. Bisogna affrontarla. La polarizzazione sociale non è un problema della tecnologia, ma della mancanza di governance». E ha aggiunto: «Non abbiamo fatto in tempo a capire cosa fosse Internet che è arrivato il metaverso, e ora l’intelligenza artificiale. È una rivoluzione che ci deve sconvolgere. Ma non travolgere». Per Anna Ascani, vicepresidente della Camera, si tratta di «una vera e propria prova di tenuta per l’ossatura istituzionale. Il Parlamento non può essere solo luogo di dibattito, ma deve promuovere sperimentazioni e aprirsi alla società scientifica. L’IA Act considera i processi democratici tra i sistemi ad alto rischio: è il riconoscimento della delicatezza che queste tecnologie portano dentro le istituzioni rappresentative». I prototipi ora entrano in una nuova fase di valutazione e possibile evoluzione. Ma un dato è certo: la riflessione sull’intelligenza artificiale non è più esterna alle istituzioni. La Camera ha deciso di affrontarla dal vivo, nel cuore stesso del processo democratico.

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Ho scritto “Opus Gay", un saggio inchiesta su omofobia e morale sessuale cattolica, ho fondato GnamGlam, progetto sull'agroalimentare. Sono tutrice volontaria di minori stranieri non accompagnati e mi interesso da sempre di diritti, immigrazione, ambiente e territorio. Lavoro al The Watcher Post.