La Camera dei deputati vota la fiducia al governo Draghi. I risultati dell’esito della votazione: 535 Sì, 56 No e 5 astenuti. Un esito annunciato, che non è mai stato discussione. Dopo la fiducia di ieri al Senato l’Italia entra quindi nell’era Draghi. I numeri più che altro utili alle statistiche e più che altro a capire le condizioni dei partiti, soprattutto quella del Movimento 5 Stelle in piena crisi d’identità e della destra, con un deputato della Lega, Gianluca Vinci, passato a Fratelli d’Italia, unico partito all’opposizione.
Ieri la fiducia a Palazzo Madama. Erano stati 262 i sì, 40 i contrari e 2 gli astenuti. Dei 40 “no” a Draghi, 15 del Movimento 5 Stelle, oggi espulsi dal Movimento. Il verdetto era arrivato intorno alle 23:45. Presenti in aula 305 senatori, di cui 304 votanti.
L’esecutivo fallisce quindi l’operazione record: il primato resta al governo guidato da Mario Monti che nel 2011, sostenuto da quasi tutte le forze politiche, ottenne 281 voti favorevoli al Senato, con 25 contrari, e 556 alla Camera con 61 contrari. Quello di Draghi, per voti a favore, si piazza terzo nella classifica repubblicana, dopo l’esecutivo Andreotti del 1978.
Draghi è intervenuto oggi pomeriggio alla Camera dei deputati nella replica in vista del voto di fiducia di questa sera. Al centro la ripartenza economica, da affidare anche al ruolo di piccole e medie imprese, che “comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva. Sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e consulenza per la quotazione delle pmi”.
Di primo rilievo tuttavia le parole sulla Giustizia, il cui dicastero sarà guidato da Marta Cartabia. Draghi ha chiarito di voler “intraprendere azioni per migliorare l’efficienza della giustizia penale e civile quale servizio pubblico essenziale che rispetti tutte le garanzie che richiedono un tempo del processo giusto e ragionevole in linea con la media degli altri Paesi europei”. Un passaggio significativo anche sulle carceri, per quelli che ci lavorano e quelli che ci vivono, “spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus”.
Sullo sport, “il fatto che non abbia detto nulla non vuol dire che non è importante. È un mondo fortemente radicato che è stato molto colpito dalla pandemia. Questo Governo si impegna a preservare e sostenere il sistema sportivo italiano”. E quindi i temi già affrontati ieri nel discorso al Senato come quelli “delle infrastrutture, del turismo, dell’innovazione tecnologica, della ricerca e della sostenibilità ambientale”.
