Il messaggio di Donald Trump è arrivato forte e chiaro. E come sempre, attraverso il social Truth. Poche righe ma nette. Un avvertimento che conferma che il tempo, per il presidente degli Stati Uniti, sta per finire. Hamas deve rispondere alla proposta formulata dalla Casa Bianca e accettata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. E per The Donald, tutto questo deve avvenire entro domenica.
“Un accordo deve essere raggiunto con Hamas entro domenica sera alle 18:00, ora di Washington”, ha scritto The Donald. “Tutti i Paesi hanno firmato! Se questo accordo, che rappresenta l’ultima occasione, non sarà raggiunto, si scatenerà contro Hamas un inferno come nessuno ha mai visto prima”, ha messo in chiaro il presidente Usa. “In un modo o nell’altro ci sarà pace in Medio Oriente”, ha assicurato Trump. E il tycoon ha anche lanciato un avvertimento diretto contro i miliziani e i comandanti di Hamas. “Sappiamo dove siete e chi siete, e sarete braccati e uccisi. Liberate gli ostaggi, tutti, compresi i corpi di coloro che sono morti, adesso!”, ha sottolineato il capo della Casa Bianca. E Trump si è rivolto anche alla popolazione di Gaza: “Chiedo a tutti i palestinesi innocenti di lasciare immediatamente questa zona potenzialmente pericolosa per la loro vita e di recarsi in zone più sicure di Gaza. Tutti saranno ben accuditi da coloro che sono pronti ad aiutarli. Fortunatamente per Hamas, sarà data loro un’ultima possibilità!”.
Il segnale, quindi, è chiaro. Alla mezzanotte italiana tra domenica e lunedì Hamas dovrà dare una risposta positiva. E in caso contrario, The Donald garantirà quello che ha già promesso a Netanyahu nell’ultima conferenza stampa congiunta: cioè il semaforo verde di Washington per “finire il lavoro a Gaza”. Una scelta da prendere o lasciare che dimostra come l’irritazione della Casa Bianca stia aumentando in parallelo alle richieste di tempo da parte della milizia palestinese. Hamas non vuole accettare l’accordo così com’è, pretende di fare modifiche come le ha fatte il governo israeliano prima che Trump annunciasse il suo piano di 20 punti. Vuole garanzie sulla fine della guerra, sul futuro di Gaza, sul disarmo e sul ritiro israeliano. E qualche osservatore ritiene anche tecnicamente impossibile che il gruppo sia in grado di consegnare a Israele tutti gli ostaggi entro 72 ore, sia quelli vivi che quelli morti. La comunicazione tra comandanti nella Striscia è molto difficile, visto l’assedio e le bombe che continuano a piovere. E allo stesso tempo, Hamas sa che quei rapiti del 7 ottobre 2023 rappresentano l’unica arma negoziale nei confronti dello Stato ebraico.
La leadership politica a Doha sembra propendere per un via libera all’intesa, pur con alcune modifiche. Ma l’ala militare a Gaza appare orientata verso il “no” e questo, in una situazione in cui i contatti tra le due centrali (quella politica in Qatar e quella militare) sono ai minimi termini, diventa un elemento decisivo. Un membro dell’ufficio politico, Mohammed Nazzal, ha dichiarato ad Al Jazeera che il gruppo militante sta discutendo del piano e che presto annuncerà la sua posizione sulla proposta rivendicando il diritto a esprimere opinione “in un modo che serva gli interessi” dei palestinesi. “Non lo affrontiamo con la logica che il tempo sia una spada puntata al nostro collo”, ha affermato Nazzal riferendosi ai 20 punti di Trump. Secondo alcune indiscrezioni, la milizia islamista avrebbe già inviato alcune sue indicazioni all’emiro del Qatar.
L’altro mediatore, l’Egitto, appare tuttavia abbastanza pessimista riguardo una risposta affermativa e rapida da parte del gruppo. E la tensione inizia a essere talmente alta che gli stessi Paesi del Golfo avrebbero fatto capire di essere pronti a sostenere il piano del presidente Usa anche senza l’ok di Hamas. Secondo Bloomberg, i vari governi dell’area ritengono sia arrivato il momento di andare avanti con il progetto sul dopoguerra anche senza l’assenso della milizia, estirpando così quella sorta di “diritto di veto” del gruppo sul futuro di Gaza. Ma se da una parte questo segnala la volontà di scaricare Hamas anche dalle petromonarchie, dall’altra parte potrebbe anche dire che il presente (e non il futuro) sarebbe il via libera a Israele per “chiudere la partita”.
