Maltempo, Napoli in ginocchio tra voragini e famiglie salvate dalla “cascata d’acqua”

Maxi voragine in strada e oltre 50 famiglie sfollate, alberi sugli autobus, furgoncini della nettezza urbana risucchiati dalle buche. E ancora: muri delle case sgretolati dalle forti raffiche di vento e 31 scuole su 333 danneggiate. E’ il bollettino, drammatico, dell’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla città di Napoli negli ultimi giorni.

A queste criticità, oramai croniche, va ad aggiungersi la testimonianza di un cittadino napoletano che nella notte tra martedì e mercoledì ha vissuto autentici momenti di terrore insieme ai residenti di Contrada Pisani, strada a metà strada tra il comune di Napoli e quello di Quarto.

Una zona che rientra nel quartiere di Pianura e che già in passato è tristemente finita agli onori delle cronache nazionali per i disordini scaturiti in seguito all’intenzione del governo Berlusconi di riaprire la discarica lì presente, nel bel mezzo della più grande emergenza rifiuti che stava vivendo la città.

“TRAVOLTI DALLA CASCATA” – “Nel bel mezzo della bomba d’acqua – racconta un residente della zona –  si è evitata la tragedia per una questione di minuti”. Il riferimento è ad alcune abitazioni presenti al di sotto del livello della strada, che si trova nella parte bassa della Contrada, travolte dal “fiume in piena” causato dal violento nubifragio. “Nel palazzo in questione risiedono 10 famiglie e nel sottoscale ci vivono alcune persone di nazionalità africana. Siamo stati svegliati dalle loro urla e richieste di aiuto perché inizialmente non riuscivano ad uscire dalla casa e l’acqua saliva pian piano di livello. Per fortuna le cose sono andate per il verso giusto e stiamo tutti bene. I danni però sono ingenti. Il garage si è allagato nel giro di pochi minuti a causa della ‘cascata d’acqua’ proveniente dalla parte alta della zona”.

LO SFOGO – “Siamo quasi nel 2020 – prosegue amareggiato l’uomo – ma ancora non possiamo usufruire di un sistema fognario. Ogni volta che avvengono questi nubifragi viviamo autentici momenti di panico. Abbiamo chiesto aiuto a tutti: dai consiglieri municipali a quelli comunali e ragionali, oltre alla polizia ambientale. Non è arrivata alcuna risposta. Aspettano il morto prima di intervenire?”.

MAXI VORAGINE – Notte da dimenticare anche per le circa 200 persone sgomberate dalla rispettive abitazioni in seguito alla maxi voragine che si è aperta in via Masoni, nella zona dei Ponti Rossi a Napoli. Una notte, quella tra martedì e mercoledì, passata in strada e senza un’adeguata. “Una tragedia sfiorata” secondo Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità di Napoli.  “L’altro ieri intervengono Vigili del Fuoco e Protezione Civile per uno sprofondamento stradale su un tratto appena interessato dai lavori di rifacimento del manto stradale, ma non dei sottoservizi – scrive Poggiani – La strada viene chiusa, dopo qualche ora interviene sul posto Abc, rapidamente iniziano i lavori su condotta idrica e fognaria. Ieri sera hanno lavorato fino a tarda ora, poi si sono bloccati per la pioggia. Stanotte la quantità di precipitazioni venute giù, ha provocato una frana all’interno dell’area cantiere. Sono intervenuti nuovamente i Vigili del Fuoco, a seguito anche di perdite di gas. Hanno quindi allargato l’area di interdizione, sgomberando alcuni palazzi con molta gente che ha dormito in strada. Stanotte sono iniziati i lavori dell’Italgas e riprenderanno quelli di Abc. Siamo vicini alle famiglie sgomberate – conclude Poggiani – come Municipalità non andremo via dall’area interessata fino a quando non sarà risolto il problema. Ci continuiamo a prendere responsabilità su problemi non di nostra competenza, per senso di responsabilità, ma ognuno faccia la propria parte”.

DE MAGISTRIS E IL CERINO – Criticità dovute alla scarsa manutenzione delle strade, dei sistemi fognari e degli alberi presenti. Manutenzione spesso paralizzata dall’assenza di fondi dovuta alla condizione di pre-dissesto in cui versa il comune di Napoli da anni. Circostanza che ha portato il sindaco Luigi de Magistris ad attaccare, ancora una volta, il Governo: “Siamo in un’epoca di cambiamenti climatici in cui e’ sempre più difficile fare previsioni, in cui i Governi non stanziano risorse per nuove tecnologie di protezione civile o per la manutenzione di edifici, di scuole, di strade e noi sindaci veniamo lasciati con il cerino in mano e dobbiamo decidere sulla sicurezza di tutti a cominciare dai bambini”. Decisioni che ”non sono prese né per divertimento né per gioco rispetto a una materia su cui ci sono pochissime certezze perché parliamo di previsioni e spesso i bollettini che ci arrivano dalla Protezione civile delineano scenari anche molto allarmanti con venti a 100 km orari o con piogge torrenziali. Io – afferma – provo a prendere decisioni equilibrate avendo come punto di riferimento principale la salute e soprattutto la sicurezza dei più piccoli. Pertanto – conclude – continuerò a operare così. Ben vengano le critiche ma mi fanno un po’ sorridere coloro che pensano soltanto al loro naso e non alla salute di chi gli è più caro come un bambino”.