Il lancio pubblicitario lo ha pagato di tasca sua Elly Schlein: “Vengo ad Atreju solo se parlo con te”. Tre giorni di botta e risposta, polemiche a non finire, passi indietro forzati e copertura assicurata. Il revival di un antico dilemma morettiano: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”.
Il Sanremo della politica
La segretaria del Pd è riuscita così a consacrare la trasformazione della kermesse di Fratelli d’Italia: da festa di partito a Sanremo della politica. Numeri da grande evento: 9 giorni, 450 relatori, 82 panel, 77 giornalisti, di cui 24 direttori di testata. Più tutti i ministri del governo Meloni, i leader del centrodestra e 20 parlamentari delle opposizioni. Insomma, una vera e propria terza Camera: benvenuti ad Atreju. “Sei diventata forte, l’Italia a testa alta” il titolo, dal 6 al 14 dicembre, a Roma nei giardini di Castel Sant’Angelo. Il programma lo ha presentato ieri il responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, con una punta di perfidia: “Saranno presenti tutti i partiti di opposizione nei vari panel. Tutti i leader dei partiti presenti in Parlamento, tranne, come noto, Elly Schlein”. Ancora più diretto: “Non abbiamo capito perché non è venuta, comunque se cambiasse idea le porte sono aperte”. Poi: “Sarà l’edizione più lunga di sempre. Partecipare ad Atreju non vuol dire aderire a Fratelli d’Italia. La persona del mondo dello spettacolo, il sindacalista di sinistra che partecipa prende parte a una festa da sempre aperta a tutti, festa di parte ma non di partito”.
Il programma di Atreju
Una centralità che aveva convinto l’inquilina del Nazareno, che ha tentato di far indossare alla premier la giacchetta nera da arbitro delle primarie del campo largo. Un passo falso che ha prodotto il gelo nei rapporti con il leader del M5S: primo risultato tangibile della kermesse. Giuseppe Conte, come Matteo Renzi e Angelo Bonelli, sarà regolarmente a Castel Sant’Angelo (è successo anche nelle precedenti edizioni) il 13 dicembre intervistato da Paolo Del Debbio, mentre il leader di Italia Viva lo stesso giorno parteciperà a un dibattito sulle riforme con i ministri Casellati e Calderoli. Spazio poi al governo: il guardasigilli Carlo Nordio salirà sul palco il 13 dicembre con la presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano, Antonio Di Pietro e la dem Debora Serracchiani. Il giorno prima, il 12, sarà la volta di una strana coppia, il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato da Marco Travaglio.
Abu Mazen e l’ostaggio israeliano
Il momento nostalgia è in calendario l’8 dicembre con il faccia a faccia tra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, che nel 1993 furono i protagonisti della corsa al Campidoglio che sancì il definitivo tramonto della Prima Repubblica. Oltre alla politica, lo spettacolo con Carlo Conti, Mara Venier ed Ezio Greggio, il 10 dicembre sulla cultura nazionalpopolare. Se Giorgia Meloni in questi anni ha cercato sempre più di diventare il baricentro della politica internazionale, Atreju segue le sue orme. Il colpo a sorpresa è la partecipazione del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen (giovedì 12) e di Rom Braslavski, ostaggio israeliano rapito il 7 ottobre, (domenica 7) intervistato da Maurizio Molinari. Il Nazareno non la prende benissimo. Dice Laura Boldrini: “Ci auguriamo che la presidente del Consiglio abbia invitato Abu Mazen per dargli la buona notizia, e cioè che l’Italia finalmente riconosce lo Stato di Palestina”.
In cartellone esordisce anche il rinascente Terzo polo, l’area liberaldemocratica, che sotto i tendoni di Fratelli d’Italia schiera la formazione titolare con il segretario del Partito Liberaldemocratico Luigi Marattin (il 12 dicembre in un confronto con il viceministro dell’Economia Maurizio Leo) e quello di Azione, Carlo Calenda (il 13 dicembre a un incontro sulla pace con il ministro Luca Ciriani). Sempre il 13 dicembre il direttore del Riformista Claudio Velardi alla presentazione del libro del giornalista Giovan Battista Brunori sul Medio Oriente, con il responsabile organizzativo di Fdi Giovanni Donzelli. Ad aprire la kermesse invece, il 6 dicembre, l’ex parlamentare dem Anna Paola Concia, alla presentazione del suo libro: “Quel che resta del femminismo”.
Domenica 14 gran finale, come da tradizione, con i capi dei partiti di maggioranza, Antonio De Poli per l’Udc, Maurizio Lupi per Noi moderati, Matteo Salvini per la Lega e Antonio Tajani per Forza Italia. Poi il palco sarà tutto per lei, la padrona di casa, Giorgia Meloni, vera regina della Sanremo della politica. Atreju, è qui la festa.
