Uccisa per riscuotere la pensione di invalidità di 800 euro al mese che riceveva per le condizioni di fragilità in quanto affetta da “disturbo della condotta in ritardo mentale di media gravità“. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese scomparsa oltre un anno fa, il 7 marzo 2022, nel comune di Pontecagnano Faiano (Salerno) e i cui resti furono trovati il 25 ottobre 2022 in un casolare di Santa Tecla a Montecorvino Pugliano, sempre un comune del Salernitano, e identificati con le impronte digitali.
Destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dai gip dei tribunali di Salerno (ordinario e per i minorenni) su richiesta delle rispettive Procure, una famiglia composta da marito, moglie e figlio minore (15enne), accusati a vario titolo di omicidio, maltrattamenti, tortura, sequestro di persona, indebito utilizzo di carte di pagamento sempre in danno della Capezzuti. Nei confronti del minore la richiesta cautelare riguarda la contestazione di omicidio e occultamento di cadavere. Ad eseguirla i carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno.
Ragazzino che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ha confessato il delitto, descrivendone le modalità e il luogo in cui sarebbe avvenuto, nel corso di una videochiamata effettuata sul social network Instagram con la sorella.
Marzia Capezzuti nel 2017 si era trasferita a Pontecagnano Faiano dalla famiglia Vacchiano-Noschese, in quanto legata sentimentalmente al compagno, Alessandro, morto nel 2019. Anche dopo il decesso la ragazza era rimasta a Pontecagnano in casa con la cognata Maria Barbara, intervistata anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”.
Marzia sarebbe stata ospitata in casa dai parenti di Alessandro che l’avrebbero poi trattenuta con la forza e ridotta in schiavitù. Secondo la ricostruzione investigativa, che si basa sulle testimonianze raccolte anche al di fuori del nucleo familiare, la 29enne sarebbe stata ingiustamente incolpata per la morte prematura di Alessandro.
I genitori, che sentiva sporadicamente (circa una volta al mese attraverso il cellulare della cognata) avevano addirittura riferito di aver saputo che la ragazza era incinta. Circostanza non confermata. Marzia era stata infatti progressivamente isolata dai sui genitori: alla data della scomparsa, infatti, la madre e il padre non erano a conoscenza della permanenza presso il nucleo familiare Noschese-Vacchiano, essendo stato loro comunicato nell’estate del 2021 che Marzia si era allontanata da Pontecagnano insieme ad un fantomatico fidanzato.
Marzia era considerata un’ospite “indesiderata” e per questo sarebbe stata sottoposta a torture e maltrattamenti per mero intento e spirito punitivo. Nell’ordinanza emerge che gli indagati, dopo aver progressivamente isolato la giovane, si sarebbero impossessati della sua pensione di invalidità Inps prelevandola mensilmente.
Il conto intestato alla 29enne sarebbe stato aperto presso l’ufficio postale di Pontecagnano nel settembre 2021 dai coniugi Vacchiano-Noschese che avrebbero così prelevato ogni mese, fino a giugno 2022, la pensione di invalidità in due tranches. Coniugi ripresi anche dalle telecamere mentre si recevano al solito sportello Atm per eseguire i prelievi con la carta intestata a Marzia Capezzuti.
Gli ultimi momenti di vita di Marzia sono stati ricostruiti in entrambi i provvedimenti cautelari grazie alle testimonianze di numerose persone vicine alla famiglia Vacchiano-Noschese, alcune anche presenti in casa nel giorno della sua scomparsa. La 29enne sarebbe stata portata via proprio tra tre indagati dalla casa di residenza in piena notte. Testimonianze utili anche al ritrovamento del cadavere, irriconoscibile, all’interno di un casolare lo scorso 25 ottobre 2022.
Le analisi dattiloscopiche, ottenute comparando un frammento palmare recuperato quel giorno dai carabinieri, hanno permesso di formulare “un giudizio di identità tra il palmo presente sul fiale DSC01050″ e il palmo della mano sinistra di Marzia Capezzuti”. Dette conclusioni risulterebbero suffragate da ulteriori accertamenti tecnici eseguiti su materiale biologico estrapolato da un dente rinvenuto sul pavimento in prossimità del cadavere.
Secondo le testimonianze raccolte dalla trasmissione condotta da Federica Sciarelli, la 29enne sarebbe stata vittima di percosse, abusi e privazioni. “La scassavano di mazzate” ha raccontato un testimone anonimo a “Chi l’ha visto?”, che ha poi aggiunto il racconto di un’altra persona che aveva parlato con la stessa Capezzuti: “Mi ha detto che le mettevano la testa nel gabinetto e tiravano lo sciacquone, le facevano i filmini, la facevano prostituire, le tiravano i denti con la pinza, con la tenaglia”.
“Forse ho sbagliato io tutto. Da quando era piccola. Da quando sono andato a chiedere aiuto ai Servizi Sociali di Milano. Marzia ha il corpo di una donna, ma la testa di una bambina…” commentò, amareggiato, il padre Ciro Capezzuti sempre nel corso della trasmissione di Rai 3.
La Procura di Salerno da tempo aveva aperto un’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere, indagando anche alcuni familiari del fidanzato, deceduto oltre tre anni fa. La ragazza, secondo l’accusa, sarebbe stata segregata in casa e avrebbe subito continue violenze come mostrato anche da una foto durante la trasmissione “Chi l’ha visto” scattata da un cittadino. Immagine dove Marzia appariva con il volto pieno di lividi e con macchie di sangue. Uno scatto che risalirebbe a pochi mesi prima della scomparsa avvenuta il 7 marzo del 2022.
