Matrimonio diventa focolaio, muoiono genitori degli sposi

di Luciana Borsatti) (ANSA) - TEHERAN, 25 MAG - Se è vero che le leggi iraniane discriminano le donne su questioni fondamentali come la quota di eredità e il valore della testimonianza - in entrambi i casi la metà rispetto agli uomini - è anche vero che il diritto islamico sciita lo fa meno di quello sunnita. E che le norme della Repubblica islamica lasciano spazi di iniziativa perché siano applicate a maggior favore della donna, mentre il matrimonio può metterla in una posizione di privilegio rispetto al marito. A sottolinearlo è Raffaele Mauriello, storico ed esperto di sciismo contemporaneo, che ha realizzato la prima traduzione in italiano del Diritto civile iraniano, edito da Eurilink. Un lavoro voluto dall'Istituto Culturale Iraniano in Italia e risponde anche alle necessità pratiche di quanti lavorino o vivano tra i due Paesi senza conoscere il farsi: categoria che, con un prossimo accordo sul nucleare, è destinata a crescere. "Certo, la parte del Codice sullo statuto della persona è quella più problematica rispetto al diritto italiano - osserva Mauriello parlando con l'ANSA, nel suo ufficio di Postdoctoral Research Fellow della facoltà di Studi internazionali della Università di Teheran - ma la maggior parte dei suoi 1335 articoli riguarda i beni e il commercio: un campo nel quale non ci sono particolari problemi, quanto piuttosto alcune specificità che bisogna conoscere". Per esempio le norme che derivano dai principi della finanza islamica (in materia di mutui e interessi), i limiti alla proprietà degli stranieri, e appunto, il diritto ereditario. "Ad oggi - spiega il giovane accademico, vincitore nel 2013 in Iran del Premio internazionale per il Libro dell'anno negli studi islamici - una donna eredita la metà dell'uomo, ma questo avviene solo a parità di grado di parentela", e non la penalizza, come nel mondo sunnita, a favore di altri parenti maschi. Inoltre, è possibile fare testamento privato per un terzo dell'eredità. Un altro nodo molto critico è ra

Dalla gioia alla tragedia a causa dal coronavirus. Sono finiti nel peggior dei modi i festeggiamenti di un matrimonio avvenuto a Urmia, nell’ovest dell’Iran, dove i genitori di entrambi gli sposi sono morti nei giorni successivi alle nozze dopo aver contratto il virus.

A diffondere la notizia il rettore dell’università di Scienze mediche della città, Javad Aghazadeh. È poi l’agenzia di stampa Irna a riferire che, sulla base delle prime testimonianze, ci sarebbero state decine di invitati al matrimonio che poi sono risultati positivi al coronavirus. I genitori degli sposi potrebbero essersi contagiati proprio alla celebrazione del matrimonio dei rispettivi figli anche se non ci sono ancora conferme su questa circostanza.

Da mercoledì scorso le autorità iraniane hanno deciso di vietare le cerimonie religiose (matrimoni e funerali), dove a causa del Covid sono più di 13mila i decessi mentre i casi accertati sono oltre 255mila.

Solo nelle ultime 24 ore, come fatto sapere dalla portavoce del ministero della Sanità, i nuovi contagi sono stati 2.186, con quasi 200 decessi. Attualmente in Iran si contano più di 3mila pazienti ricoverati in terapia intensiva.