Maturità, le tracce sono state un esempio virtuoso di pluralismo formativo

Le tracce di maturità dell’anno scolastico 2022/2023 testimoniano un cambio di passo rispetto all’era Bianchi. La qualità della prima prova è più che soddisfacente e si rivela di gran lunga superiore alle aspettative. Il ministro Valditara ha impresso all’esame una veste autorevole, non didascalica né banale, che rende possibile il raffronto con le prove di maturità dei primi anni 2000.

Nonostante il format dello scritto di italiano sia pressoché analogo alle ultime versioni (tipologia A – due tracce di analisi e interpretazione di un testo letterario, in versi o in prosa; tipologia B – tre tracce argomentative; tipologia C – due tracce espositivo-argomentative), si assiste ad un ampliamento degli orizzonti contenutistici tradizionali. Ed è un bene, dal momento che in Italia gli studenti sono gravati dal cosiddetto spoon-feeding system, cioè un sistema educativo che “riempie con il cucchiaio” le menti dei giovani e non permette loro, salvo casi eccezionali, di acquisire un patrimonio culturale di ampio respiro.

La prima traccia include la poesia “Alla luna” di Salvatore Quasimodo, che affronta il tema del progresso scientifico-tecnologico. Le domande di esegesi testuale trascendono la semplice analisi dei contenuti, contemplando una prospettiva tesa allo sviluppo di competenze pluridisciplinari e alla capacità di riflessione metalinguistica; traguardi annoverati tra gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA) promossi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) per gli studenti in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado. Ottimo il brano de “Gli indifferenti”, romanzo d’esordio di Alberto Moravia – autore mai scelto in precedenza e purtroppo ignorato tra le mura liceali.

Partendo da un commento critico, i candidati sono chiamati ad enucleare le conoscenze letterarie sul mondo borghese. Numerosi gli esempi affrontati nel percorso di studi: dal conflitto tra gli scapigliati e il ceto magnatizio alle opere dei naturalisti francesi, dai personaggi sveviani e pirandelliani ai più recenti ritratti sperimentali di Gadda e Arbasino. Le tracce argomentative comprendono un estratto de L’idea di Nazione dell’azionista valdostano Federico Chabod, una pagina divulgativa di Piero Angela tratta da “Dieci cose che ho imparato” e un passo da Intervista con la storia di Oriana Fallaci: selezione coraggiosa.

La prima traccia espositivo-argomentativa, la lettera aperta al ministro Bianchi, ha scatenato una querelle (tempestivamente risolta) tra Valditara e il vecchio capo di dicastero. Conclude la prova un articolo di Marco Belpoliti per Repubblica, Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp. Senza dubbio, questa prova di maturità è un esempio virtuoso di pluralismo formativo. Ma aspettiamoci di tutto. È probabile che la solita intellighenzia troverà il pretesto di criticare il ministro Valditara e la sua équipe con accuse farneticanti. Le frasi sdegnose sui vulnerabili pronunciate da Mariagrazia de Gli indifferenti denoterebbero una logica classista, ça va sans dire. Per non parlare di Oriana Fallaci: una pasionaria xenofoba assurta ad ispiratrice della destra autoritaria. Proprio lei che è stata una giovane staffetta partigiana e ha combattuto per la libertà, condividendo storiche battaglie radicali. Lasciando da parte i deliri che scaturiranno a breve, confermo la validità e la pertinenza degli stimoli proposti, degni di un vero esame di Stato.