Maxi incendio a Tenerife, oltre 12 mila evacuati. Devastata l’isola spagnola

Gli incendi non danno tregua all’isola di Tenerife, in Spagna. I venti forti e le alte temperature rendono estremamente difficile per i vigili del fuoco domare le fiamme. L’incendio è il più grave di sempre alle Canarie, finora ha devastato circa 8.400 ettari di vegetazione e provocato l’evacuazione di oltre 12 mila abitanti. Le autorità di Polizia dell’isola, intanto, hanno confermato che l’origine degli incendi è dolosa.

Il team di mappatura rapida del servizio di gestione delle emergenze (Ems) del programma satellitare Ue Copernicus ha consegnato il primo prodotto di delineazione per monitorare l’incendio scoppiato sull’isola utilizzando immagini del satellite Sentinel2 del 18 agosto. “È stata rilevata un’area bruciata di 5.874 ettari, insieme a 17,2 chilometri di fronti di fuoco“, rende noto noto Copernicus.

Il danno ambientale che stanno provocando gli incendi di Tenerife in atto ormai dal 15 agosto è enorme: la devastazione arriva dopo la Matanza e l’incendio ha dimensioni apocalittiche. Attualmente sono andati distrutti 12mila ettari di bosco della corona forestale che è la zona più grande di tutto l’arcipelago delle isole Canarie, e sarà un miracolo se non si arriverà ai 20.000 ettari bruciati”. Lo racconta l’imprenditore turistico Basso Lanzone, che da Termoli (Campobasso) si è trasferito sull’isola delle Canarie nel 2006 dove ha avviato alcune società di assistenza bagnanti e ricettività turistica specializzata in escursioni nella parte più selvaggia dell’isola.

“Per chi viene in vacanza – spiega Lanzone all’agenzia Lapresse – non c’è da preoccuparsi visto che le vacanze in questo paradiso si fanno per hotel e spiagge tralasciando il vero valore che le Canarie offrono, ma qui sotto il profilo ambientale è un inferno. Conoscendo orografia e vegetazione del territorio non credo che si perderanno case, visto che nella corona forestale non ce ne sono, ma le piante di questo ecosistema che diventa delicatissimo nelle varie gole andranno perse per sempre e anche a livello di avifauna sarà un disastro ecologico“.

Provando a fare un paragone con l’eruzione sull’isola di La Palma, l’imprenditore molisano aggiunge
: “All’epoca il vulcano distrusse poco più di 1.200 ettari mentre a Gran Canaria nel 2018 gli incendi devastarono 18.000 ettari. Nel caso di Tenerife la situazione è peggiore, c’è una enorme quantità di cenere in acqua e il paesaggio ha cambiato il suo colore completamente passando dal verde al nero”, racconta Basso Lanzone in una dettagliata testimonianza postata sul gruppo social Italiani a Tenerife. I Canadair sono ancora in azione, riferisce, ma “sono andati distrutti tantissimi miradores – cioè punti panoramici – che offrivano paesaggi meravigliosi“.