Milano, 10 anni dopo l’EXPO: celebrazioni sottotono

A 10 anni dall’Expo 2015, le celebrazioni sono state sottotono, quasi chiedendo scusa. Non è la prima volta che un’esposizione condiziona Milano con l’opposizione di parte della città. Nel 1881 la seconda esposizione nazionale dell’Italia postunitaria si svolse ai giardini di Porta Venezia, legata al traforo del San Gottardo. Ebbe 750mila visitatori in una Milano di 321.839 abitanti, dove metà dei cittadini viveva in abitazioni di una o due stanze. I liberali temevano l’industrializzazione: l’ingegner Giuseppe Colombo disse che “concentrare in una città una massa ingente di operai offre grandi pericoli”. Palazzo Marino guardava con sospetto l’evento per i costi eccessivi, ma – dopo l’esposizione – le entrate del dazio aumentarono spingendo il bilancio all’avanzo. Fu l’occasione per dotarsi di tramway moderni. Ruggero Bonghi coniò la definizione “Milano capitale morale d’Italia”.

L’Expo del 1906 fu un’altra cosa: un milione di metri quadrati tra Parco del Castello e Piazza d’Armi, fortemente voluta da Angelo Salmoiraghi con un pool di medie e piccole imprese. Milano aveva 541.148 abitanti e guardava all’Expo parigino. Come scrisse Francesca Misiani, “l’evento internazionale offrì alla città l’occasione di autorappresentarsi non solo di fronte al mondo, ma specialmente di fronte a sé stessa”. Un posto di primo piano ottennero i settori innovativi: Mostra dell’Automobilismo, Ferroviaria, Radiotelegrafica, Aeronautica.

La ferrovia sopraelevata di sette metri collegava Parco Sempione alla Piazza d’Armi, trasportando 60mila persone al giorno. Parteciparono 35mila espositori, 7.666.000 visitatori, 12 nazioni con proprio padiglione. Si tennero 120 congressi, concorsi aeronautici con “macchine per volare”, attrazioni come il “Viaggio nell’estremo Nord” e competizioni dalla Coppa d’oro automobilistica Milano-Napoli all’inseguimento tra automobili e aerostati. L’Expo del 1906 incoronò Milano città europea, l’unica del regno, e chiuse con un utile di 121.321 lire, versate per il restauro del Castello Sforzesco.