Mancano quattro mesi alla cerimonia inaugurale del 6 febbraio 2026, quando lo Stadio di San Siro accenderà il braciere olimpico davanti al mondo intero. Milano è ormai nel rush finale di una corsa contro il tempo che sta trasformando il volto della città. I XXV Giochi Olimpici Invernali, i primi nella storia a vedere due città co-ospitanti, rappresentano per il capoluogo lombardo un’occasione che va ben oltre le tre settimane di competizioni sportive.

“I lavori per Milano Cortina? Non ci sono problemi”, ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala lo scorso agosto, rivendicando insieme al presidente del Coni, Giovanni Malagò, il merito di aver portato i Giochi in Italia. Una rassicurazione importante dopo anni di difficoltà iniziali, soprattutto per il nuovo palazzetto a Santa Giulia, ora finalmente in dirittura d’arrivo. Il percorso, iniziato con entusiasmo nel 2019, ha dovuto attraversare il cambio di quattro governi nazionali, come ha ricordato Malagò ad aprile, sottolineando come “l’Italia è un grande Paese, ma con il difetto di saper pianificare poco”.

I cantieri della città olimpica: la volata finale

Il PalaItalia di Santa Giulia, l’arena da 16mila posti progettata dall’architetto britannico David Chipperfield, è ormai quasi completato. L’opera, costata circa 200 milioni di euro con extracosti intorno ai 40-50 milioni, ospiterà le gare di hockey su ghiaccio maschile, e dopo i Giochi diventerà un’arena polifunzionale per concerti ed eventi sportivi, contendendo la centralità al Forum di Assago. I lavori esterni di bonifica, come confermato dai responsabili del cantiere a febbraio, termineranno in tempo per l’inaugurazione. Il Villaggio Olimpico nell’ex scalo di Porta Romana è praticamente pronto. Le 150 casette mobili sostenibili e prive di barriere architettoniche sono state installate e accoglieranno 1.400 atleti da tutto il mondo. Come ha spiegato Luca Mangia di Coima Rem, dopo i Giochi diventerà il più grande studentato d’Italia con circa 1.700 posti letto a 800 euro per camera, “uno studentato convenzionato col Comune di Milano”. Il Forum di Assago si prepara alla sua trasformazione olimpica: sarà “liberato” da novembre per ospitare le gare di short track e pattinaggio di figura, costringendo l’Olimpia Milano al trasferimento temporaneo all’Allianz Cloud già confermato per i tre mesi da dicembre 2025 a febbraio 2026. Anche i padiglioni 13 e 15 della Fiera Milano a Rho sono stati trasformati in un palazzetto temporaneo per l’hockey femminile, con un investimento di 15 milioni completamente sostenuto da Fondazione Fiera.

Trasporti e infrastrutture: le opere quasi ultimate

Il potenziamento del sistema dei trasporti è ormai realtà. Come annunciato dal Ministero delle Infrastrutture lo scorso luglio, oltre mezzo miliardo di euro è stato investito per il miglioramento delle infrastrutture ferroviarie. La metropolitana M4, che collega l’aeroporto di Linate al centro città, è operativa, mentre l’ammodernamento delle linee M2 e M1 sta per essere completato. Dei 473 milioni destinati alla Lombardia nel 2020, la maggior parte delle opere è stata realizzata. La Società Infrastrutture Milano Cortina (SIMICO) ha portato a termine gran parte delle 98 opere previste, di cui 67 rappresentano interventi di legacy destinati a rimanere come eredità duratura. Come evidenziato nell’ultimo aggiornamento di agosto della piattaforma Open Milano Cortina, che garantisce trasparenza con report ogni 45 giorni, oltre il 70% delle opere risulta completato.

Il successo commerciale supera le aspettative

I numeri confermano un successo che va oltre le previsioni: sono stati venduti oltre 800mila biglietti su 1,2 milioni disponibili, con una domanda che continua a crescere soprattutto dall’estero. “Siamo molto contenti della campagna di vendita e stiamo superando le aspettative”, ha confermato Malagò a settembre. Il piano di ticketing inclusivo, con prezzi inferiori ai 40 euro per oltre il 20% dei biglietti e sotto i 100 euro per il 57%, sta garantendo l’accessibilità promessa.

Sul fronte delle sponsorizzazioni, la Fondazione Milano Cortina ha raggiunto i 450 milioni di euro, come annunciato dal Ceo Andrea Varnier a settembre: “Ci sono ancora contratti da annunciare che ci porteranno vicini alla cifra di mezzo miliardo di euro di cassa”. L’obiettivo dei 550 milioni appare ormai a portata di mano, con partner come Airbnb, Corona Cero, Esselunga, Grana Padano, Ita Airways, Prosecco Doc e il recente ingresso di IDM Alto Adige. Il programma di volontariato “Team26” ha chiuso le iscrizioni con quasi 50mila candidature, un record storico, con il tennista Jannik Sinner come ambasciatore. Un’onda di entusiasmo che ricorda e supera quella di Expo 2015, quando Milano mobilitò energie e passioni attorno al grande progetto dell’Esposizione Universale.

La situazione finanziaria sotto controllo

Il budget della Fondazione Milano Cortina 2026, approvato definitivamente ad aprile, si attesta a 1,7 miliardi di euro per l’organizzazione, mentre le opere infrastrutturali gestite da SIMICO hanno richiesto investimenti per 3,4 miliardi. “Non si può più sbagliare, ci siamo mangiati la dote”, aveva ammesso Malagò lo scorso aprile, ma ora la situazione appare stabilizzata. Il governo ha sbloccato con il Decreto Sport di luglio i fondi necessari per coprire gli extracosti: 21 milioni per il PalaItalia e l’autorizzazione per Comune e Regione a rinegoziare le convenzioni. L’impatto economico si conferma positivo: i 5.500 posti di lavoro previsti sono stati già in gran parte creati, con il picco di 8.500 atteso per febbraio, mentre le entrate fiscali sono stimate in 601,9 milioni di euro.

La lezione del passato guida il presente

Milano ha scelto di seguire il modello virtuoso di Barcellona 1992, che trasformò radicalmente la città catalana aprendola al mare e creando infrastrutture ancora oggi utilizzate e apprezzate. L’approccio milanese – utilizzo di strutture esistenti dove possibile, investimenti mirati su opere con piani di riutilizzo chiari, forte coinvolgimento del settore privato – sta evitando i rischi del modello Atene 2004, dove impianti costosissimi furono abbandonati subito dopo i Giochi. L’esperienza di Expo 2015, che portò Milano da 5 a 9 milioni di visitatori annui e ne consolidò il ruolo internazionale, è la prova che la città sa trasformare i grandi eventi in opportunità durature di sviluppo.

L’Olimpiade è già iniziata in città

“Milano Cortina 2026 rappresenta prima di tutto un’opportunità per tutto il territorio, un volano per gli investimenti”, ha ribadito il presidente lombardo Attilio Fontana a febbraio durante l’evento “Verso Milano-Cortina 2026” a Sondrio. L’Olimpiade Culturale è partita, coinvolgendo scuole, università e istituzioni culturali in un programma che sta trasformando l’attesa in partecipazione attiva. La Winter Games Week dello scorso febbraio ha visto la partecipazione di migliaia di studenti, mentre il countdown del “One Year To Go” del 6 febbraio ha mobilitato l’intera città con eventi in piazzetta Reale, al Teatro Strehler e in decine di altri luoghi. Bar, ristoranti e hotel hanno completato gli investimenti per l’accoglienza, mentre le mappe dei trasporti sono state aggiornate con le indicazioni per raggiungere le venues olimpiche.

L’eredità che si sta già costruendo

Il successo di Milano 2026 si sta già misurando nella trasformazione in corso. Il PalaItalia ha già siglato accordi per ospitare almeno 120 eventi l’anno dal 2027. Il Villaggio Olimpico ha raccolto prenotazioni da università di tutta Europa per il futuro studentato. Le infrastrutture di trasporto stanno già migliorando la vita quotidiana di milioni di pendolari. Come ha sottolineato Christophe Duby del CIO durante la sua visita di luglio, “il bilancio è di grande soddisfazione. I lavori sono in linea con il programma, la vendita dei biglietti registra numeri importanti tra i più giovani e il percorso della fiaccola è definito”. Il percorso della torcia olimpica, che attraverserà tutta Italia prima di arrivare a Milano, è già stato tracciato e coinvolgerà 10mila tedofori.

Il traguardo è in vista

L’Omega Clock in piazzetta Reale segna ormai gli ultimi mesi. Milano arriva all’appuntamento con i cantieri in fase di completamento, biglietti che continuano ad andare a ruba, sponsor entusiasti e una città mobilitata. I precedenti di Expo 2015 e ora la preparazione olimpica confermano che Milano sa trasformare le grandi sfide in opportunità concrete. Le Olimpiadi 2026 non saranno solo tre settimane di sport spettacolare. Stanno già lasciando alla città infrastrutture moderne, spazi riqualificati, un sistema di trasporti potenziato e soprattutto una rinnovata fiducia nella capacità italiana di fare sistema. Quando il 22 febbraio 2026 si spegnerà la fiamma olimpica, Milano avrà già vinto la sua sfida più importante: dimostrare ancora una volta che i grandi eventi possono ancora essere motori di sviluppo sostenibile e duraturo, lasciando un’eredità alla riuscita di un evento. Come fa una metropoli sana.