Milano è una città sicura? No, aumentano furti e violenze con un’impennata dei reati predatori

Nel Sì&No del Riformista spazio al dibattito sull’argomento sicurezza nelle grandi città: “Milano è una città sicura?”. Contrario Marco Bestetti, consigliere comunale Fratelli d’Italia Milano, secondo il quale “aumentano furti e violenze con un’impennata dei reati predatori”. Favorevole invece, Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Milano, secondo la quale “gli episodi di criminalità sono in calo e denigrare la città non fa bene a nessuno”.

Qui il commento di Marco Bestetti:

A Milano piace eccellere, si sa. È nel suo DNA. Ma negli uffici del Sindaco a Palazzo Marino devono essersi fatti prendere la mano. La città è infatti ormai stabilmente al primo posto delle classifiche nazionali per numero di denunce rispetto alla popolazione residente, con una preoccupante impennata dei reati predatori, quelli che toccano più da vicino la gente comune. Un triste primato di cui avremmo volentieri fatto a meno e che probabilmente avremmo evitato se per anni l’Amministrazione comunale non avesse nascosto la testa sotto al pavé. Al Sindaco Sala concedo di non poter affrontare il problema da solo, ma la sua grave responsabilità – questa sì, tutta sua – è stata quella di aver negato per anni, prima, e minimizzato, poi, un problema che invece era del tutto evidente a chiunque non si fosse trincerato nel fortino di AreaC, la ZTL del centro: “Il centrodestra esagera per fini elettorali”; “Milano è sicura, i cittadini hanno una percezione errata”; “succede in tutte le grandi città”; fino al “voi di Mediaset parlate di sicurezza solo per attaccarmi politicamente”. Della serie: il problema non sono gli scippi e le aggressioni pressocché quotidiane, ma i media che ce lo raccontano. Un po’ come dare la colpa alla bilancia se abbiamo la pancia. E non se la possono nemmeno cavare dicendo che si tratta di un problema che riguarda tutto il mondo, a meno che il loro termine di paragone non sia qualche città sudamericana o del terzo mondo. Nel frattempo, la lista di VIP che denunciano pubblicamente furti o episodi violenti che subiscono in prima persona si allunga di giorno in giorno. Ci sono passati Chiara Ferragni, il ferrarista Carlos Sainz e la soubrette Elenoire Casalegno, solo per citarne alcuni. L’ultimo è stato nientemeno che Flavio Briatore. A dimostrazione che ormai neanche con autisti e scorta si può stare sicuri a Milano. Figuriamoci quindi come vive la “sciura Maria” della porta accanto. Altro che percezione. Che fare quindi? È un problema di carenza di organico? Anche, ma non solo.

Un paio di numeri: Milano conta oltre 2.800 agenti della Polizia Locale. Duemilaottocento. Ma in strada non si vedono mai. Ora il Sindaco ne sta assumendo cinquecento in più. Bene, ma senza modificarne le regole di ingaggio sarà tutto inutile. Anzi, solo costoso per i contribuenti. Se fino ad oggi, con un organico di quasi tremila agenti, incontrare una ghisa sui marciapiedi di un qualsiasi quartiere è un’esperienza quasi mitologica, non cambierà nulla se continueranno ad affogare negli uffici i nuovi assunti sotto tonnellate di pratiche burocratiche. E per le Forze dell’Ordine il discorso è simile: il Ministro Piantedosi è venuto in soccorso di Milano inviando in città oltre duecento poliziotti in più, ma intanto 177 di quelli già presenti hanno fatto domanda di trasferimento in altre sedi, anche perché il loro stipendio non consente più di vivere dignitosamente in una città diventata ormai costosissima, quasi d’élite. Per non parlare del fatto che per settimane il PD milanese si è scagliato contro la pagina social ‘MilanoBellaDaDio’, colpevole di diffondere sulla rete i video in cui i loro volontari seguono alcune recidive borseggiatrici mettendo in guardia i cittadini intorno. Sono più preoccupati per le ladre che per le vittime. Con buona pace degli agenti di polizia che cercano di fermare la piena a mani nude. Il mondo alla rovescia, per dirla alla Vannacci. Spetta dunque al centrodestra proporre ai milanesi – e attuare una volta tornati a Palazzo Marino – la ricetta della tolleranza zero di Rudolph Giuliani, il sindacosceriffo di New York che fece della lotta al crimine uno dei suoi obiettivi di mandato. Dobbiamo affrontare degrado e reati a viso aperto, con decisione, senza balbettare. Una delle prime libertà da garantire ai nostri cittadini coincide con il loro sacrosanto diritto di vivere sicuri. Pagano fior di tasse per godersi questo diritto e non possiamo permettere che a Milano gli venga sistematicamente negato.