Milano piace ai giovani universitari. Exploit di domande alla Bocconi: aumenta il numero di matricole

Le contraddizioni non fermano le ambizioni. Milano, pur tra le difficoltà documentate di costi abitativi e precarietà giovanile, continua a esercitare un’attrazione magnetica sui giovani di tutta Italia. Con i suoi 211mila studenti universitari – record assoluto nazionale – e un incremento di immatricolazioni che nell’anno accademico 2024/2025 ha raggiunto le 38.384 nuove matricole, Milano si conferma la capitale indiscussa dell’istruzione superiore italiana.

I numeri parlano chiaro, gli universitari fuori regione sono il 30% e l’11% è straniero, cifra che raggiunge quota 25% negli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica. La crescita non accenna a fermarsi. L’Università Statale guida la classifica con 10.826 nuove immatricolazioni, segnando un incremento di 655 studenti rispetto al 2023, mentre il Politecnico registra 7.770 nuove matricole. Anche la Bocconi vive un momento d’oro, con un exploit di domande che porta le nuove matricole a 3.085, rispetto alle 2.761 dell’anno precedente.

Milano ospita 8 atenei principali, 26 Afam (dalle accademie di belle arti al Conservatorio) e 24 ITS Academy, creando un ecosistema formativo senza eguali in Italia: 174.000 nuovi studenti l’anno, pari al 10% dell’intera popolazione universitaria italiana. Questa varietà attira studenti da ogni angolo d’Italia e del mondo. Le discipline STEM mantengono la loro leadership attrattiva, ma crescono anche i settori innovativi legati alla sostenibilità e al digitale, rispecchiando le trasformazioni del mercato del lavoro milanese e lombardo.

Ma cosa continua a rendere comunque attrattivo studiare a Milano? Le prospettive occupazionali. Gli studenti universitari lombardi e milanesi sono quelli che riescono a entrare nel mondo del lavoro con maggiore successo, con tassi di occupazione a un anno dalla laurea superiori alla media nazionale. I dati del Milan Higher Education Observatory confermano che a tre anni dalla laurea il 43% degli studenti della Lombardia vede migliorare le proprie condizioni contrattuali. Il Politecnico di Milano rappresenta l’eccellenza: il 97% dei laureati magistrali è occupato a un anno dal titolo, di cui il 72% con contratti a tempo indeterminato.

Un fenomeno interessante emerge dalle ricerche: i laureati lombardi sono meno disponibili ad accettare impieghi non coerenti con il proprio percorso di studi – solo il 68% contro il 73% della media nazionale. Una maggiore selettività che testimonia la fiducia nelle proprie competenze e nelle opportunità offerte dal territorio. Questa tendenza riflette una generazione di giovani più consapevoli del proprio valore professionale, disposti a investire tempo e risorse nella formazione milanese perché sanno di poter contare su un ecosistema lavorativo ricco e dinamico. Milano non attrae solo dall’Italia. Negli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, gli incrementi più rilevanti tra il 2015 e il 2021 sono stati quelli degli iscritti provenienti dalla Romania (oltre 121%) e dalla Spagna (73,7%), mentre solo dalla Cina approdano 1.800 iscritti. La Statale ha visto crescere il suo indice di internazionalizzazione all’83%, mentre l’occupabilità dei suoi laureati si attesta al 97%.

Questa dimensione internazionale non è casuale: Milano si posiziona al 34° posto tra le migliori città universitarie al mondo secondo il QS Best Student Cities, unica italiana tra le prime cinquanta, con cinque atenei milanesi presenti nel QS World University Rankings. Nonostante tutti i problemi strutturali, Milano rimane la città dove i giovani immaginano di poter costruire il proprio futuro, dove le competenze acquisite trovano il terreno più fertile per svilupparsi e dove i sogni professionali hanno maggiori possibilità di realizzarsi.