Milano si trova in una situazione di stallo che rischia di compromettere il suo ruolo di locomotiva economica del Paese. Con 180 cantieri bloccati, fino a 4.500 famiglie nell’incertezza abitativa e investimenti congelati tra i 12 e i 38 miliardi, la città appare prigioniera di scelte rinviate e metodi confusi. È questa la fotografia impietosa scattata da Forza Italia in una conferenza stampa organizzata da Letizia Moratti, europarlamentare e presidente della Consulta nazionale del partito, insieme ai vertici milanesi e lombardi, con ospite d’onore Gabriele Albertini. “Non è il tempo delle divisioni, è il tempo delle soluzioni”, ha dichiarato Moratti, offrendo “un metodo fatto di dialogo, responsabilità e spirito costruttivo”.
Milano prigioniera di scelte rinviate e metodi confusi, Moratti: “È il tempo delle soluzioni”
Una mano tesa che scavalca deliberatamente gli alleati della coalizione, non preventivamente consultati, per rivolgersi direttamente alle forze riformiste della maggioranza. Il “patto per Milano” proposto dall’ex sindaca segna una svolta nella strategia azzurra, condivisa con il coordinatore cittadino Cristina Rossello e quello regionale Alessandro Sorte. La critica all’amministrazione Sala è durissima ma chirurgica. Albertini, invitato speciale alla conferenza, parla di un sindaco ostaggio di “una minoranza verde talebana” che si oppone a qualsiasi progetto strategico di sviluppo. Una paralisi che ha costretto l’amministrazione a percorrere strade burocratiche invece che politiche. “In una amministrazione dove non c’è il controllo democratico ma solo procedure interne, possono succedere delle distorsioni”, osserva l’ex sindaco, ricordando come ai suoi tempi bastarono tre lettere di dimissioni in nove anni per mantenere compatta la maggioranza. Il caso San Siro diventa emblematico. “Il sindaco ha mostrato una spaccatura in giunta”, nota Moratti, mentre Albertini paragona la situazione a quella della Fiera: “Le squadre, come allora gli operatori fieristici, ci dicono da sette anni che questo scenario non va più bene”. Un progetto da oltre un miliardo e mezzo che potrebbe rigenerare un’intera area urbana ma resta impantanato.
Un patto per le forze riformiste
Cristina Rossello, coordinatrice milanese, sottolinea l’importanza del lavoro preparatorio svolto: “Abbiamo coinvolto l’Assemblea cittadina e i consiglieri municipali in una serie di studi e approfondimenti, senza anticipare giudizi ma preparandoci con senso di responsabilità”. Rossello rilancia anche sulla necessità di “un codice di prassi urbanistica” e di strumenti di trasparenza, ricollegandosi alla proposta di legge presentata a Roma lo scorso luglio con il sostegno dei vertici nazionali del partito. Ma è sul “Salva Milano” che Forza Italia gioca la carta più audace. Il decreto diventa l’occasione per proporre un metodo nuovo: sedersi a un tavolo comune, definire limiti chiari alla retroattività, tutelare le famiglie, rilanciare la competitività. “Non saremo la stampella del governo Sala”, precisano, “ma agiamo con responsabilità verso la città”. Alessandro Sorte lancia un messaggio ancora più esplicito: “Chiediamo uno sforzo all’area riformista del Pd che deve alzare la testa. Non possiamo consegnare la città ai ‘talebani verdi’ come li chiama Albertini o ‘radicali’ come li definisco io. Forza Italia non è per la decrescita felice, è per la centralità della capitale economica del Paese”.
L’input di Marina Berlusconi
Il coordinatore regionale rivendica anche il nuovo fascino ritrovato dal partito: “Avevamo perso appeal, oggi lo abbiamo ritrovato facendo proposte concrete e allargando l’orizzonte oltre il nostro perimetro”. L’autonomia dell’iniziativa rispetto agli alleati segnala una volontà di distinguersi nel panorama del centrodestra. Fonti qualificate sussurrano che dietro questa strategia ci sia l’input diretto di Marina Berlusconi, determinata a rilanciare il partito del padre proprio dalla città che ne ha visto i maggiori successi. Milano come laboratorio di un nuovo corso azzurro, meno sovranista e più attento ai temi dello sviluppo. “Il nostro segretario nazionale Tajani ha lanciato lo schema del candidato sindaco civico”, ricorda Sorte”, e noi siamo pronti con una squadra che è una corazzata”. Il riferimento alla presenza dei due ex sindaci che hanno governato Milano negli ultimi trent’anni di centrodestra non è casuale: è la dimostrazione che Forza Italia ha esperienza e competenza per guidare la città. “Milano è il 30% degli investimenti internazionali in Italia”, ricorda Moratti. “Se Milano si ferma, l’Italia non cresce”. La palla ora passa al Pd milanese. Accetterà la sfida di un dialogo trasversale o resterà prigioniero dei veti della sua ala massimalista? Forza Italia ha lanciato il guanto. Ora tocca agli altri raccoglierlo.
