L’emergenza sanitaria e la pandemia rappresentano un evento senza precedenti; hanno comportato un cambiamento radicale nel nostro quotidiano. Nelle settimane di lockdown abbiamo visto vivere inaspettatamente i balconi attraverso note musicali e quel coro dell’andrà tutto bene, tradendo umori e paure degli italiani ma anche positività e voglia di guardare oltre.
A Milano i lavoratori essenziali e gli operatori medico-sanitari hanno tenuto accesi i motori della città mentre i Milanesi rispettavano le disposizioni per contenere il contagio rimanendo a casa e riducendo la propria socialità stando in coda all’Esselunga ingolfata con le consegne a domicilio. Il silenzio delle strade rotto dalle sirene delle ambulanze.
Ma qual è il vero umore dei cittadini e delle cittadine di Milano? È questa la domanda che ha spinto il Comune di Milano ad avviare la consultazione “Milano, ti ascolta?” tra la fine della fase 1 e l’inizio della fase 2 dell’emergenza Covid-19 a cui hanno partecipato 5.600 milanesi, trasformandola in un quasi sondaggio.
Paure, bisogni, difficoltà ma anche aspettative e necessità emergenti compongono la mappa informativa costruita grazie alla disponibilità dei cittadini che hanno risposto al questionario “Milano, ti ascolta”: una maggioranza di cittadine (66%), con un’eta compresa tra i 41 e i 64 anni (53%), parte di un nucleo familiare (52%), lavoratori e lavoratrici dipendenti (49,6%) e pensionati (22%). Hanno sentito la lontananza dalla propria famiglia ma anche degli amici, vorrebbero la disponibilità dei tamponi e guardano alla sicurezza, tanto da rinunciare allo sport e a limitare le passeggiate al parco.
Scorrendo il report messo a disposizione dall’Amministrazione in occasione della conferenza stampa organizzata sulla piattaforma Teams, la stessa che ha assicurato la prosecuzione di tutte le attività dell’Amministrazione e dei suoi oltre 7.000 dipendenti in lavoro agile, e trasmessa in streaming su Youtube, si leggono le emozioni ma anche gli sforzi e i bisogni per riconquistare progressivamente una nuova normalità.
Risultati illustrati dal Lorenzo Lipparini – Assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data – che ha sottolineato come i milanesi hanno promosso il rallentamento dei ritmi e il lavoro agile da cui si spera ci si possa disconnettere normalizzando le giornate lavorative. ”Cittadini soddisfatti sostanzialmente dalle azioni del Comune ma preoccupati per distanziamento sociale e attività educative – prosegue l’Assessore – tutte indicazioni utili per orientare i prossimi interventi per creare tutte le condizioni per una ripresa economica”.
Un lavoratore autonomo su 4 dichiara un crollo del proprio reddito e più in generale si legge una preoccupazione sulle condizioni economiche nella fase più avanzata.
La Milano post COVID19 per i suoi cittadini è una città in cui c’è attenzione all’ambiente, attenzione alle persone in difficoltà come dimostrato durante le settimane di chiusura totale in cui squadre di volontari hanno distribuito pasti, pacchi alimentari ma anche pc e tablet per permettere la didattica distanza. Cambieranno le vacanze come le uscite al ristorante e per l’aperitivo.
Ne emerge una valutazione positiva delle azioni intraprese dal Comune e del ricorso al digitale per riorganizzare le proprie attività. Capeggia su tutte la particolare preoccupazione sulla gestione delle attività per bambini e ragazzi come per la pianificazione della ripresa della scuola a settembre. Priorità alla scuola: pensare ai diritti dei più piccoli e più giovani, alla loro formazione e alla loro crescita.
Ma nella capitale ambrosiana pensare alla scuola significa anche pensare ai genitori che hanno la necessità di lavorare a pieno ritmo, beneficiando realmente dei benefici dello smart working. Perché i milanesi sono consapevoli che quello del lockdown è stato lavoro da remoto estremo, senza grosse possibilità di conciliare ritmi professionali con quelli personali. Perché hanno apprezzato le giornate più serene e non vogliono tornare indietro.
Questa fotografia sarà utile anche nel consolidamento dei contributi che il Comune sta raccogliendo attraverso la call Milano2020 per reinventare Milano, i servizi e la mobilità.
Analisi del questionario – Milano ti ascolta
