Si è sciolto il sangue di San Gennaro. Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue a Napoli. Emozione dei presenti, compresi bambine e bambini di alcune scolaresche napoletane. Il prodigio della liquefazione si è svolto nella Cappella del Testo di San Gennaro, gestita dall’omonima Deputazione, un’istituzione laica fondata il 13 gennaio del 1527 per un voto della città al patrono di Napoli e della Campania.
La celebrazione del 16 dicembre è la terza che si ripete nell’anno dopo quella del 13 gennaio e 19 settembre. Il sangue è stato esposto come in ogni occasione nel sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. La celebrazione del 16 dicembre ricorda l’intervento miracoloso di San Gennaro quando il sangue si sciolse e il magma dell’eruzione del Vesuvio del 1631 si fermò in maniera inspiegabile.
Lo scorso 26 novembre al museo diocesano di Napoli le autorità politiche e religiose della città hanno candidato ufficialmente il culto del Santo a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Una proposta che dovrà essere vagliata prima dal ministero della Cultura. “San Gennaro è simbolo della tradizione partenopea, è un’entità che in tutto il mondo viene ascoltata, per questo mettiamo massima attenzione alla candidatura per l’inserimento nel patrimonio dell’Unesco”, aveva commentato nell’occasione il ministro Gennaro Sangiuliano.
La candidatura riporta la dicitura “Culto e devozione di San Gennaro a Napoli e nel mondo” ed è partita da curia e associazione e comitati. La tradizione non si ferma nel capoluogo campano, si è estesa in tutto il mondo per via della massiccia emigrazione all’estero di abitanti napoletani nel corso del Novecento. A New York il 19 settembre si tiene ogni anno una enorme festa nelle strade ma anche in Germania, Francia, Canada, Gran Bretagna, Spagna e Brasile.
A sostegno della candidatura anche l’Università Federico II: “Il culto di San Gennaro – aveva spiegato in quell’occasione il rettore Matteo Lorito – unisce religione e città, Napoli è resa unica da questo. In San Gennaro c’è cultura e storia ma anche umanità e noi vogliamo che la sua storia continui arrivando al riconoscimento dell’Unesco di un patrimonio dell’umanità che già esiste”.
Per l’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia “nel simbolo del suo sangue i napoletani hanno visto negli anni il proprio sangue speso per una lotta di società giusta ed equa, un sangue sparso contro le barbarie e la criminalità organizzata. Per questo chi dice San Gennaro dice Napoli”.
