Le risposte si attendono dagli accertamenti autoptici. Intanto è stata eseguita la prima Tac sulla salma del giornalista e ora i medici procederanno con l’autopsia e i prelievi che permetteranno di svolgere gli esami anatomopatologici i cui risultati arriveranno non prima della fine di agosto. Una vicenda triste che si è trasformata in un caso mediatico. Tutti vogliono la verità sulla tragica scomparsa di Purgatori ma l’invito generale, soprattutto da parte dell’Ordine dei medici di Roma, è quello di “abbassare i toni”.
Niente conclusioni affrettate – per stabilire le esatte cause delle morte improvvisa del giornalista a pochissimi mesi dalla diagnosi di un tumore ai polmoni. “L’inchiesta è appena iniziata” sottolinea il presidente dell’Omceo capitolino, Antonio Magi, specificando come l’Ordine dei medici stia seguendo con “attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione. Ritengo opportuno invitare tutti ad un profilo di riserbo senza lasciarsi andare a dichiarazioni e conclusioni affrettate”.
Interrogati i teste – I pm della Procura di Roma e i carabinieri del Nas hanno già ascoltato diverse persone, tra cui medici e conoscenti del reporter, per ripercorrere gli ultimi tre mesi di vita di Purgatori dopo la diagnosi. Per la sua scomparsa sono indagati due medici della clinica romana Pio XI e nei giorni scorsi i Nas hanno provveduto al sequestro della documentazione e delle cartelle cliniche.
I risultati dell’autopsia – non arriveranno prima di un mese. Tra le ipotesi avanzate, a seguito dell’esposto dei familiari, ci sarebbe quella di un’infezione, che potrebbe essere stata la causa dell’aggravarsi delle condizioni di Purgatori: una pericardite settica che, innestatasi su un quadro di fragilità fisica, avrebbe contribuito al decesso del giornalista.
La pericardite è un’infiammazione – della membrana del cuore che può avere tra le tante cause anche i tumori e i trattamenti radianti. Purgatori, paziente oncologico, è stato sottoposto ad una radioterapia massiccia al cervello dopo che una prima diagnosi alla clinica Pio XI aveva rilevato un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. I due medici della struttura ora indagati, il professor Gianfranco Gualdi, direttore della radiologia d’urgenza del policlinico universitario Umberto I di Roma e responsabile della radiologia della clinica Pio XI, e il dottor Claudio di Biasi, membro della sua équipe, attraverso i loro legali, si sono detti certi della correttezza del loro operato.
Gualdi è un luminare – è consulente del Vaticano dal 1981 e sotto le sue mani è passato anche papa Wojtyla, dal 1977 al 2000 è stato il responsabile del servizio di Radiodiagnostica per la Roma Calcio. Anche il legale della Pio XI ha voluto precisare che presso la clinica Purgatori ha svolto “solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia“. Dunque nessuna radioterapia che potrebbe essere ricollegata all’ipotetica pericardite. Con la Tac di queste ore potrebbero arrivare le prime risposte sull’eventuale presenza o meno di metastasi al cervello mentre l’autopsia mirerà a stabilire se “vi sia stato un errore di esecuzione nella concreta pratica sanitaria”, ovvero se ci sia stato un errore di diagnosi e se le conseguenti cure sbagliate abbiano inciso sulle aspettative di vita del paziente.
