Museo Palazzo Massimo, un gioiello da non perdere nel cuore di Roma

Passeggiare nelle sale di Palazzo Massimo è come fare un tuffo nel passato, tra il volti e le abitudini dell’antichità. Un museo a pochi passi dalla Stazione Termini che merita assolutamente una visita alla scoperta dei suoi tesori. Pitture e mosaici, ritratti, sculture, bronzi e avori sono contenuti nelle sale: osservarli è come guardare le figure i vecchi libri di storia che chiunque ha studiato.

Tra i suoi quattro piani si incontrano alcuni tra i maggiori capolavori dell’intera produzione artistica del mondo romano: sculture, rilievi, affreschi, mosaici, stucchi e sarcofagi, provenienti, come tutto il patrimonio del Museo Nazionale Romano, dagli scavi effettuati a Roma e nel territorio circostante a partire dal 1870.

Il tema del ritratto apre la visita al Museo. Nelle statue, mosaici e dipinti, ci sono i volti di personaggi più illustri fino ai semplici cittadini e soldati. l Museo ospita la “sezione di arte antica” con opere figurative di epoca tardo-repubblicana, imperiale e tardo-antica al pianterreno, primo e secondo piano (tra cui le opere d’arte delle grandi residenze dell’ordine senatorio, con originali greci portati a Roma in epoca antica) oltre ad una “sezione di numismatica e oreficeria” sugli aspetti dell’economia romana al piano interrato.

Il pianterreno ospita capolavori dell’arte romana, dalla tarda età repubblicana (con opere appartenute alle classi dirigenti del II-I secolo a.C.), all’epoca della dinastia Giulio-Claudia. Subito dopo la biglietteria si incontra una colossale statua di divinità femminile seduta. Proviene dalle pendici dell’Aventino ed è composta da numerose tipologie di marmi colorati antichi, secondo una tecnica molto apprezzata dagli scultori romani. Questa statua è di età augustea ed è stata restaurata come Minerva, dove il viso è stato rifatto in gesso con le sembianze di dell’Atena Carpegna. Secondo recenti studi sembra però che la statua raffigurasse Magna Mater-Cibele, un’antica divinità anatolica, il cui centro principale del suo culto era Pessinunte in Frigia e che, a partire dalla seconda guerra punica, iniziò a proteggere i Romani.

Al pian terreno del museo, nelle sale che circondano il cortile ci sono i frammenti epigrafici di un calendario, i Fasti Praenestini, affissi a Praeneste, e che illustravano un calendario di età augustea nel quale era ormai entrata in vigore la riforma di Cesare con l’anno a 365 giorni. Poi ci sono le statue in bronzo che un temporaneo erano collocate nell’Aula ottagona delle Terme di Diocleziano il Pugilatore in riposo e il Principe ellenistico. Immagini entrate nell’immaginario collettivo da secoli.

La statua bronzea del Pugile in riposo è una scultura greca, datata alla seconda metà del IV secolo a.C. e attribuita a Lisippo o alla sua immediata cerchia. La statua del principe ellenistico ritrae un giovane uomo, completamente nudo, appoggiato ad una lancia impugnata nella sinistra. La mano destra è appoggiata sul gluteo destro. La statua è stata scoperta sul Quirinale e potrebbe provenire da una residenza privata e non dalle Terme di Costantino. I tratti realistici del volto hanno generato un’apia discussione tra gli studiosi senza giungere però a una soluzione definitiva, oscillando tra un principe pergameno, un membro della nobilitas romana e un generale vittorioso (forse romano) che aveva combattuto sotto la protezione di Ercole (come sembra indicare la posa della scultura stessa).

La sezione certamente più suggestiva è quella delle pitture e dei mosaici. Intere stanze dell’antica Roma sono riprodotte all’interno del Museo. Cicli di affreschi e di mosaici, provenienti da interi complessi residenziali, sono qui esposti nelle ricostruzioni degli ambienti originari da cui furono distaccati nel secolo scorso, permettendo oggi di osservarli e viverli come negli spazi ai quali erano destinati. Si può rivivere così l’esperienza di passeggiare nelle case dell’antichità e vivere le stesse emozioni: una stanza può diventare un giardino, un muro uno spazio profondissimo o un mare sconfinato in cui nuotano pesci che oggi magari sono estinti. È così che le mura delle case antiche rendono immortali nel tempo storie, leggende e abitudini consentendo al visitatore di oggi di riviverle come un tempo. Palazzo Massimo è una tappa imperdibile nella Capitale.