Nasce l’intergruppo sull’energia nucleare, Fregolent: “E’ ancora un tabù ma è soluzione all’autonomia energetica”

MARCO OSNATO - PRESIDENTE VI COMMISSIONE FINANZE , SILVIA FREGOLENT - SENATRICE , SANDRO SISLER - SENATORE , ROBERTO BAGNASCO - DEPUTATO

“Ci è venuta questa idea perché dopo tutto questo parlare di energia, di come rendere il nostro Paese più autosufficiente, il nucleare è ancora uno dei tabù del nostro Paese insieme al trivellare il gas”. Spiega così la nascita dell’intergruppo sull’energia nucleare, presentato presso la sala Nassirya di Palazzo Madama, la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent, che ne è promotrice. “Ho avuto un’adesione importante dai partiti di maggioranza e di opposizione – ha spiegato – mancano solo M5s e la sinistra estrema, però il numero di partecipanti è veramente alto e oggi alla presentazione c’erano tutti gli stakeholder che si occupano di energia”.

Presenti all’incontro anche i deputati Marco Osnato (Fdi) e Roberto Bagnasco (Fi) e il senatore Sandro Sisler (Fdi) oltre a Christian Di Sanzo del Pd, Giulia Pastorella di Azione e Raffaella Paita, Daniela Sbrollini e Ivan Scalfarotto di Italia Viva. “Abbiamo l’opportunità di riparlare di nucleare senza ideologie del sì o del no, ed è questo che intergruppo vorrebbe fare – spiega Fregolent – dare la parola a chi, non in Italia ma all’estero, sta facendo ricerca, ad esempio sulla fusione o sull’utilizzo di scorie radioattive per creare nuova energia. Molto spesso si tratta di eccellenze italiane”.

Il nucleare “è una materia che sembrava sepolta dopo due referendum, ma poi la crisi energetica e la guerra” hanno riacceso il dibattito. Tra l’altro, sottolinea la senatrice del Terzo Polo, i rincari sono arrivati ben prima del conflitto, “per motivi banalmente legati al calo della domanda per l’interessamento di colossi come India e Cina alla materia gas”, semmai l’invasione russa in Ucraina “ha dato un’accelerata e dimostrato che o estrai gas – e l’Italia ce l’ha ma non lo fa – o vai a prenderlo da altri Paesi, facendoti la croce”.

“Il nuovo nucleare non ha nulla a che vedere con il vecchio, sono reattori molto più piccoli, sulla sicurezza sono stati fatti già dei lavori importanti dato che già oggi alcune tecnologie innovative sul nucleare esistono nei sottomarini nucleari di mezzo mondo e soprattutto sulla fusione non c’è quel rischio che ha visto protagoniste Fukushima e Chernobyl”, ha concluso.