“Nero di m…”, calciatore scoppia in lacrime e la squadra abbandona il campo: “E’ arrivato a Lampedusa 5 anni fa”

Un’altra domenica sportiva è stata segnata da un episodio di razzismo. Su un campo della periferia di Bologna, nel campionato di Terza Categoria, girone A, sono state pronunciate offese razziste durante il match tra l’Ac Saragozza e il Real Basca.

Come riporta il quotidiano ‘Il Resto del Carlino’, nella sfida disputata ieri tra Saragozza e Real Basca, durante il secondo tempo un calciatore della squadra ospite ha apostrofato con un epiteto dal chiaro contenuto razziale (ne**o di me**a) un giocatore del Saragozza, scoppiato poi in lacrime.

L’arbitro non ha sentito l’insulto razzista e, pertanto, non ha preso provvedimenti nei confronti del calcialtore.

Ma la tensione è diventata alta in campo. Dopo qualche minuto di parapiglia, la partita si interrompe al 27esimo minuto del secondo tempo: il Saragozza, in piena solidarietà con il compagno offeso, decide di ritirare la squadra e abbandonare il campo. Si attende ora la decisione del giudice sportivo sull’accaduto. Senza annotazioni sul referto arbitrale, il direttore di gara potrebbe decidere per la sconfitta a tavolino per la squadra che si è ritirata; invece, può anche sentire i diretti interessati per approfondire un sospetto caso di razzismo, che la federazione in genere tratta con mano pesante.

La storia del ragazzo

Protagonista, suo malgrado, della incresciosa vicenda è ragazzo guineano del 2001, arrivato a Lampedusa cinque anni fa con un barcone. La sua storia è quella di chi ha le spalle larghe, per aver superato diverse difficoltà. Dopo essere arrivato in Italia, il giovane ha passato diverso tempo nei campi d’accoglienza in Puglia; poi è stato preso in tutela da una famiglia bolognese fino alla maggiore età. A Bologna, il ragazzo ha iniziato a lavorare con regolare permesso di soggiorno. Qualche mese fa la coronazione di un sogno: l’ingresso nella rosa dell’Ac Saragozza.

La solidarietà della squadra

Il giovane calciatore non si è sentito solo ed è stato contento di toccare con mano la solidarietà dei suoi compagni e della dirigenza della squadra. Come racconta il presidente del Saragozza Lorenzo Castagnetti a Repubblica,  al ragazzo “ha fatto piacere che anche se è l’ultimo arrivato nella squadra tutti ci siamo stretti attorno a lui e abbiamo immediatamente deciso, senza nemmeno doverci confrontare tra dirigenti, staff e giocatori, di uscire dal campo”.

Il presidente del Saragozza vuole puntualizzare che si è trattato del gesto di un singolo, mentre il resto della squadra avversaria è stato solidale coi ragazzi insultati. “Nessuno metta in croce il Real Basca, giocatori e dirigenti sono venuti a scusarsi, due loro calciatori avevano chiesto la sostituzione perché non volevano più giocare, non hanno colpe”.