Nicola Gratteri nuovo procuratore di Napoli, dalla lotta alla ‘ndrangheta all’ufficio inquirente più grande d’Italia

Sedici mesi dopo, Napoli ha finalmente il nuovo procuratore. Si tratta di Nicola Gratteri, 65 anni (nato a Gerace in provincia di Reggio Calabria), che dopo decenni trascorsi in Calabria a contrastare la ‘ndrangheta, lascia la procura di Catanzaro che guidava dal 2016 e da poche ore è capo dei magistrati napoletani in quello che è considerato il distretto più grande d’Italia. La nomina del Csm è arrivata poco dopo le 14 di mercoledì 13 settembre. Gratteri subentra all’ex procuratore capo di Napoli Giovanni Melillo che nel maggio 2022 aveva lasciato per assumere l’incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

19 i voti che hanno consentito a Gratteri di staccare ampiamente i suoi diretti concorrenti: cinque preferenze sono infatti andate al procuratore di Bologna Giuseppe Amato, otto alla procuratrice aggiunta di Napoli Rosa Volpe che ha retto il distretto partenopeo per circa un anno dopo l’addio di Melillo. A favore di Gratteri hanno votato il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, i laici di centrodestra, il laico di Italia Viva Ernesto Carbone, i consiglieri di Magistratura Indipendente, l’indipendente Andrea Mirenda e il togato di Unicost Antonino Laganà, mentre il resto del gruppo ha sostenuto Amato. Per Amato si sono espressi anche la presidente della Cassazione Margherita Cassano e il consigliere indipendente Roberto Fontana. Per Volpe invece il gruppo di Area, Mimma Miele (Md) e il laico del Pd Roberto Romboli.

A sbaragliare la concorrenza, stando alla maggioranza che ha votato Gratteri, l’ampia e profonda esperienza maturata nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale, che con centinaia di rogatorie lo ha portato a instaurare rapporti con procure di tutto il mondo . Un impegno che anche portato alla cattura di circa 140 latitanti alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi. Nel corso del dibattito che ha preceduto il voto non non sono mancate critiche al modo di interpretare il ruolo di procuratore da parte di Gratteri, da parte di chi ha sostenuto gli altri candidati, e al modo in cui intende operare alla procura di Napoli espresso in occasione della sua audizione al Csm. “Se io consento e tollero che su 90 magistrati 20 non lavorano, allora la Procura non funziona. Quindi anche se tu fino adesso sei stato abituato o hai deciso di arrivare alle 10.30 di mattina, se vado io a Napoli tu non vieni alle 10.30 di mattina, devi arrivare alle 8,30 del mattino e poi ti riposi la domenica. Se vuoi fare Procura devi venire la mattina ed esci la sera, a meno che non sei in udienza” queste le sue parole.

Dopo oltre 30 anni in prima linea in Calabria nella lotta alla ‘ndrangheta, il magistrato passa adesso alla guida dell’ufficio inquirente più grande d’Italia. Gratteri è pm dal 1986 e, prima di oggi, aveva lavorato solo nella sua regione, prima come giudice al tribunale di Locri, dove, dal 1991, ha iniziato la sua carriera di pubblico ministero, ruolo svolto poi anche alla Procura di Reggio Calabria (di cui nel 2009 è diventato procuratore aggiunto), fino all’incarico direttivo di capo dei pm di Catanzaro svolto dal 2016 a oggi.

“Io Gratteri lo volevo ministro della Giustizia, perché è capace di scardinare un sistema, nel 2014 lo proposi anche se venivamo da storie diverse. Se farà il procuratore di Napoli in bocca al lupo, la politica resti fuori dalle scelte dei Pm”. Aveva commentato in mattinata Matteo Renzi a L’aria che tira, su La7.