Il riconoscimento
Nobel per la Pace a Trump: è corsa contro il tempo. Il nome già deciso e l’ultima parola degli accademici svedesi
La promessa mantenuta (seppur con tempi diversi rispetto a quelli millantati in campagna elettorale) e l’onore di averlo annunciato per primo. Non appena Donald Trump ha ricevuto il “pizzino” da Rubio con su scritto – nero su bianco – l’annuncio della fine del conflitto a Gaza, il suo nome è iniziato ad entrare di prepotenza nella lotta per il premio Nobel per la Pace. Il tempo però stringe.
Assegnato poche ore fa quello per la letteratura a László Krasznahorkai per la sua opera “Sátántangó”, gli accademici svedesi si riuniranno nella mattinata di domani, venerdì 10 ottobre per valutare l’operato di Trump. Un giudizio che non aspetterebbe il ritiro parziale delle truppe, il cessate il fuoco ufficiale (per il quale mancano più di 24 ore) e il rilascio degli ostaggi, e che dovrebbe stravolgere la prassi del procedimento: le candidatura infatti si sono chiuse a febbraio 2025, e un nome sarebbe già stato selezionato: potrebbe trattarsi di Yulia Navalnaya, la vedova dell’oppositore di Putin Alexei Navalny o del gruppo di volontari del Sudan’s Emergency Response Rooms.
Give @realDonaldTrump the Nobel Peace Prize – he deserves it! 🏅 pic.twitter.com/Hbuc7kmPt1
— Prime Minister of Israel (@IsraeliPM) October 9, 2025
L’endorsement più importante per il Tycoon è arrivato poco fa dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu: “Merita il Nobel per la Pace” scrive il suo ufficio in un tweet. Insieme al messaggio, il premier ha pubblicato una foto in cui lui stesso mette al collo di Trump una medaglia con la scritta “Premio Nobel per la pace” e in cui si vedono personalità israeliane e statunitensi festeggiare (in foto). The Donald spera di raggiungere Theodore Roosevelt, Woodrow Wilson, Jimmy Carter e Barack Obama per un sogno a cui ambisce da tempo e a cui in un modo o nell’altro non metterà fine: la sua corsa può prolungarsi al prossimo anno.
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