Nodo Autostrade: vertice a Palazzo Chigi sulla concessione

Sul tavolo diverse posizioni. Anche lontanissime. Dalla revoca totale a quella parziale fino a un taglio delle tariffe. In corso a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza sulla questione della concessione di Autostrade per l’Italia. Presenti il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i capi delegazione della maggioranza Dario Franceschini, Alfonso Bonafede, Roberto Speranza e Teresa Bellanova.

L’esecutivo deve rispondere ufficialmente al controllante Atlantia. Sul tavolo il dossier messo a punto dalla ministra De Micheli. Atlantia ha congelato il piano di investimenti da 14 miliardi e mezzo di euro della concessionaria e minacciato azioni legali senza l’ok alle garanzie statali per un prestito da 1,25 miliardi. Autostrade avrebbe sulla carta il diritto di avere la garanzia in base al Dl liquidità. Per l’azienda, a causa del lockdown causato dalla pandemia da coronavirus, è atteso un calo dei ricavi di circa un miliardo. Il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Buffagni (M5s) ha comunque imposto il suo: “No, grazie”.

Cresce dunque la tensione affinché si prenda una decisione. Le posizioni sono anche lontanissime come la revoca totale della concessione (sulla quale spingono i pentastellati); una revoca parziale della quota Atlantia in Aspi (dall’88% attuale al 30%) o un accordo con una revoca parziale della concessione (il tratto ligure) e un taglio consistente delle tariffe da parte della concessionaria. E quindi tra le ipotesi quella dell’apertura del capitale di Aspi, proposta dalla stessa Atlantia, pronta a scendere fino al 49,9%; F2i, assieme ad altri soggetti, è tra gli investitori candidati a entrare nel capitale della società per favorire la discesa di Atlantia, holding che fa capo alla famiglia Benetton, al di sotto del 50% del capitale. Probabile anche una revisione della concessione sulle tariffe: tra le ipotesi quella di ridurre il tasso di rendimento dall’attuale 10% al 7%, abbassando del 5% l’anno le tariffe fino alla fine della concessione, prevista per il 2038.