Nuova incriminazione per Donald Trump: l’accusa è di aver provato a manipolare i risultati della Georgia nel 2020

Former President Donald Trump speaks at a campaign rally at Waco Regional Airport, Saturday, March 25, 2023, in Waco, Texas. (AP Photo/Evan Vucci) Associated Press/LaPresse EDITORIAL USE ONLY/ONLY ITALY AND SPAIN

L’ex presidente Donald J. Trump e altre 18 persone sono stati incriminate da una giuria di Atlanta in una causa basata su una legge statale contro il racket: l’accusa per Trump e alcuni dei suoi ex collaboratori è quella di aver messo in atto un “complotto criminale” per alterare i risultati delle elezioni del 2020 in Georgia.

Questo atto d’accusa, una sfida senza precedenti alla condotta presidenziale da parte di un pubblico ministero locale, punta il dito contro alcuni dei suoi consiglieri più in vista, tra cui Rudolph W. Giuliani, ex avvocato personale, e Mark Meadows che era il capo dello staff della Casa Bianca durante le elezioni.

“Trump e gli altri imputati hanno rifiutato di ammettere la sconfitta di Trump ed hanno consapevolmente partecipato a un complotto per alterare illegalmente il risultato delle elezioni a favore di Trump”, hanno affermato i pubblici ministeri nell’atto d’accusa.

Trump, che si candida nuovamente alla presidenza ed attualmente è il favorito per la nomination repubblicana, è stato incriminato in quattro diverse indagini penali da aprile, compresa una incriminazione federale per i suoi tentativi di mantenere il potere dopo la sconfitta del 2020.

Sebbene quella causa copra temi simili a quella in Georgia, ci sono differenze sostanziali tra le accuse statali e federali: anche se Trump dovesse tornare presidente, i pubblici ministeri della Georgia che oggi lo hanno messo sotto accusa non sarebbero sotto la sua giurisdizione e non avrebbe quindi il potere di auto-perdonarsi qualora fosse condannato.

Il nuovo atto d’accusa presenta accuse molto dettagliate contro l’ex presidente, sostenendo un ampio complotto che va dall’Ufficio Ovale della Casa Bianca ai vertici del Partito Repubblicano della Georgia, fino ad un funzionario elettorale in una contea.

L’atto d’accusa elenca otto modalità con cui gli imputati avrebbero ostacolato le elezioni, tra cui menzogne, creazione di falsi elettori pro-Trump, pressioni sugli scrutatori e tentativi di influenzare alti funzionari. Descrive 161 azioni che, secondo l’accusa, sono state compiute per promuovere il presunto complotto.

L’indagine è stata condotta da Fani T. Willis, procuratore distrettuale della contea di Fulton, che in una dichiarazione ha sottolineato la sua imparzialità. Lo staff della campagna di Trump ha accusato Willis di partigianeria e ha legato l’indagine all’amministrazione Biden, nonostante provenga da un pubblico ministero statale e non federale.

Tra gli incriminati ci sono avvocati, ex collaboratori della campagna di Trump e funzionari repubblicani della Georgia. Tutti gli imputati sono accusati secondo la legge sul racket della Georgia.

L’ex presidente ha negato tutte le accuse, definendole parte di una “caccia alle streghe” motivata per ragioni politiche.