L'€conomista
Olimpiadi invernali, cantieri quasi completi, Saldini: “Così avremo un’eredità dei Giochi”
Con 3,4 miliardi di investimenti e 98 opere tra Lombardia e Veneto, i lavori olimpici sono guidati da Simico. L’AD Fabio Massimo Saldini analizza lo stato del programma, i rapporti con la terra e le occasioni portate dalla rassegna
Con 3,4 miliardi di investimenti e 98 opere – 47 impianti sportivi e 51 infrastrutture di trasporto – distribuite tra Lombardia, Veneto e le Province di Trento e Bolzano, Simico, la società pubblica nata per realizzare le infrastrutture olimpiche e paralimpiche di Milano-Cortina 2026, è oggi il cuore operativo di un progetto che sta ridisegnando il volto di interi territori. Dagli interventi infrastrutturali agli impianti sportivi, passando per ciclabili, raccordi e opere di riqualificazione, il cantiere diffuso dei Giochi lascia già intravedere la sua legacy. Ne parla Fabio Massimo Saldini, Commissario di Governo e amministratore delegato di Simico, che ripercorre il cammino dei cantieri, il dialogo con i territori e l’esperienza di un modello pubblico chiamato a coniugare visione e concretezza.
Simico è nata per realizzare le infrastrutture dei Giochi Milano-Cortina 2026. A che punto siete e qual è l’impatto che i vostri lavori stanno avendo sul territorio?
«Il lavoro va avanti a pieno ritmo, non è ancora finito, ma è certo che abbiamo fatto – bene – quello che la nostra mission richiedeva. Oggi, dopo polemiche tanto rumorose quanti sterili, è chiaro ed evidente che tutti i lavori sugli impianti sportivi olimpici saranno completati secondo cronoprogramma. Senza dimenticare gli interventi infrastrutturali, alcuni attesi da decenni. Oggi la loro realizzazione avviene grazie ai Giochi e questo non può che creare un impatto positivo nei territori coinvolti».
Tra gli interventi messi in campo quali considera più significativi, o simbolici, per il lascito dei Giochi?
«Ogni intervento ha il suo peso specifico e la cosa più bella è che impatta in modo positivo sulla vita delle persone. La legacy sarà la vera ricchezza dei Giochi. Si pensi solo all’Arena di Verona che stiamo rendendo universalmente accessibile: un monumento storico che grazie ai Giochi potrà essere fruito e vissuto da tutti, senza più alcun ostacolo o difficoltà».
Simico è una società pubblica, partecipata da ministeri, Regioni ed enti locali. Il modello di governance ha funzionato? Quando si parla di grandi opere pubbliche, si pensa subito a ritardi e complicazioni…
«Ha funzionato ed è un modello unico e virtuoso da non disperdere. L’eredità delle Olimpiadi e Paralimpiadi non è solo quella materiale di impianti riqualificati e messi a disposizione del Paese per svilupparsi e intercettare nuove opportunità economiche. La legacy è anche quella immateriale di un patrimonio di know-how maturato, che avrà ricadute positive dal punto di vista tecnologico, infrastrutturale, sociale e culturale. Abbiamo migliorato l’esistente, guardando al passato con rispetto e con una visione verso il futuro. E chi parlava di ritardi è stato smentito dai fatti. Le polemiche le abbiamo sempre ascoltate, ma preferiamo rispondere coi fatti».
La pista da bob, skeleton e slittino di Cortina è stata una delle opere più discusse. Cosa risponde a chi l’ha criticata e in che modo avete lavorato per garantirne l’integrazione con il territorio?
«Sarà la prima pista al mondo refrigerata a glicole, che riduce l’impatto ambientale rispetto alle tecnologie tradizionali garantendo una maggiore sostenibilità. Il calore prodotto dai frigoriferi servirà a riscaldare edifici interni alla pista e impianti sportivi esterni. Un anno fa i titoli sui media erano “disastro”, oggi sono “miracolo”. Abbiamo lavorato sotto pressione, ma siamo stati guidati da tre baluardi: professionalità, trasparenza e legalità. Attraverso una pianificazione rigorosa e di qualità, e grazie all’impegno delle imprese coinvolte, ce l’abbiamo fatta. Vedere i sorrisi, gli abbracci e l’emozione degli atleti che nel marzo scorso hanno fatto le prime discese ha ripagato gli sforzi fatti. Non mi piace parlare di miracolo, ma di una impresa all’italiana. Lo Sliding Centre di Cortina non è solo un impianto sportivo, è il simbolo di una macchina che ha funzionato. Nei giorni dei Giochi oltre 4 miliardi di persone nel mondo potranno ammirare la bellezza dei nostri territori, ma anche lo straordinario lavoro svolto dalle donne e dagli uomini di Simico. Da italiano, di questo sono profondamente orgoglioso».
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