In vista delle Olimpiadi invernali 2026 e del traguardo fissato nel Piano Industriale 2033, Trenord si prepara a rivoluzionare il trasporto ferroviario lombardo puntando su innovazione, sostenibilità e qualità del servizio. Federica Santini, presidente dell’azienda, racconta le strategie per migliorare l’esperienza di viaggio, affrontare la sfida demografica e consolidare l’impegno sociale dell’azienda.
Quali sono le sfide strategiche di Trenord nei prossimi anni?
«L’orizzonte per noi è quanto indicato nel nostro Piano Industriale al 2033, che riporta obiettivi sfidanti verso una mobilità più integrata e sostenibile. Ne cito uno per tutti: trasportare un milione di persone ogni giorno; oggi sono più di 760mila. Significa convincere a scegliere il treno 240mila persone in più, e per farlo occorre migliorare continuamente la qualità del servizio. Fondamentale verso questo obiettivo e, in generale, è l’innovazione. Quello della ferrovia è un mestiere della tradizione, ma che continua a evolversi grazie alla tecnologia: ci accompagna a rivoluzionare strumenti, processi e, prima di tutto, visione. È indispensabile per rispondere a bisogni di mobilità in costante evoluzione».

L’appuntamento delle Olimpiadi invernali rappresenta un banco di prova importante? Come vi state preparando?
«Il servizio ferroviario lombardo sarà protagonista durante Olimpiadi e Paralimpiadi: i nostri treni serviranno le sedi di gara in Valtellina e a Milano, e il Villaggio Olimpico; ogni giorno metteremo sui binari 120 corse in più, superando il record di 2500. Affronteremo questa sfida con impegno e orgoglio. Ci stiamo preparando da anni, in sinergia con l’intero sistema. Come Regional Transport Sponsor, abbiamo voluto anche “colorarci” delle vibes olimpiche: in questi giorni stanno entrando in servizio sei treni “vestiti” con una livrea dedicata; sui nuovi convogli stiamo applicando i loghi Trenord-Milano Cortina 2026, che esporremo anche nelle biglietterie. È un modo per evidenziare il fatto che sarà fondamentale l’impegno di tutte le nostre 5mila persone, per l’appuntamento olimpico».
L’assemblea di Assolombarda ha posto un accento importante sul tema dell’innovazione e dell’IA. In che modo state vivendo questa sfida?
«Ci ritroviamo nella visione dell’innovazione come “motore di cambiamento”. Di più, crediamo nell’Open Innovation “spinta”, capace cioè di mettere in discussione quanto si è sempre fatto per una evoluzione vera. Un esempio è il nostro Darwin, data lake che raccogliendo a dati da diverse fonti “traccia” gli spostamenti in Lombardia, sui nostri mezzi, ma anche in auto o sul tpl. Ci supporta nel leggere la domanda di trasporto e capire come rispondere al meglio, per esempio integrando più modalità. Le sue capacità predittive ci consentono di studiare fenomeni come l’inverno demografico o, semplicemente, la nascita di nuovi poli possono incidere sulle esigenze di spostamento e, quindi, sulla nostra offerta».
Il tema della sostenibilità sta influenzando i processi organizzativi e commerciali di Trenord?
«Il treno è sostenibile per eccellenza; ma non ci basta. Lavoriamo per rendere il viaggio ancora più green, grazie a sensori sui treni che ne misurano capillarmente i consumi per insegnare la “guida ecologica” ai macchinisti.
Siamo impegnati a 360° per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, anche negli impianti di manutenzione e negli uffici. Nel deposito a Novate Milanese recuperiamo le acque meteoriche per la pulizia dei treni: nel 2024 abbiamo coperto l’intero fabbisogno idrico per la rimozione dei graffiti nell’impianto».
Le aziende hanno anche una responsabilità sociale. Come date concretezza a questo aspetto?
«È un aspetto a cui teniamo molto, anche per la natura del nostro business. Vogliamo essere promotori di cultura: per esempio, tramite campagne social o collaborazione con le scuole, lavoriamo per insegnare ai più giovani i buoni comportamenti in viaggio.
Come Trenord siamo tra i fondatori di PARI., associazione di aziende che si sono unite per diffondere una cultura contro la violenza di genere. Eravamo poco meno di una decina; ora siamo oltre 40. Supportiamo le aziende nell’adozione di misure per combattere la violenza di genere all’interno delle imprese e siamo impegnati in un’intensa attività di formazione. Un’azienda è una comunità che fa rete con altre comunità: è un potenziale che vogliamo sfruttare, per dare il nostro pur piccolo contributo verso la parità e l’inclusione».
