Omicidio Ugo Russo, murale rimosso: in piazzetta Parrocchiella si rivede lo Stato ma “la censura non ci ferma”

Murale rimosso e al suo posto due striscioni, uno con la scritta “censura”, l’altro con la frase “Potete censurare un murale ma non la verità: Giustizia per Ugo Russo” e la foto del giovane ucciso a 15 anni con più colpi d’arma da fuoco da un carabiniere libero dal servizio la notte tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020 mentre, armato di una pistola giocattolo, ha tentato di rapinare il Rolex che il giovane militare, all’epoca 23enne, indossava.

La notizia della rimozione era stata anticipata da Vincenzo Russo, genitore di Ugo, nei giorni scorsi dopo una lunga querelle giudiziaria che ha portato il Consiglio di Stato, l’8 febbraio scorso, a respingere il ricorso presentato dal comitato “Verità e giustizia per Ugo Russo” e a rimuovere il disegno, presente in piazzetta Parrocchiella Santa Maria Ognibene, nei Quartieri Spagnoli a Napoli, e realizzato dalla street artist Leticia Mandragora nei mesi successivi all’omicidio del 15enne per il quale è imputato, dopo anni di indagini e silenzi, il giovane militare originario della provincia di Napoli. L’accusa è di omicidio volontario e domani, 9 marzo, è in programma la seconda udienza del processo.

Murale criticato in questi anni perché, oltre ad essere stato realizzato abusivamente, è ritenuto una celebrazione della delinquenza e non un veicolo per ricordare la storia di un giovane ragazzo ammazzato (con più colpi d’arma da fuoco da un carabiniere mentre scappava). Ma il Comitato ribadisce: “Il murale è stato e resterà uno dei simboli della lotta per la verità sull’omicidio di un ragazzo di 15 anni del nostro quartiere, per sapere se quella maledetta notte del primo marzo 2020 fu eseguita una pena di morte senza processo che ha cancellato il suo futuro. Ma anche simbolo della campagna di repressione mediatica e istituzionale di questa rivendicazione, che forse racconta della nostra società e della qualità della nostra democrazia più di quanto non raccontasse il dipinto stesso stesso…”.

“Potete cancellare un murale ma non la verità: giustizia per Ugo” sottolinea il comitato che “nelle primissime ore di questa mattina, rispettando la scelta della famiglia di non assistere alla violenza di una piazza militarizzata per imporre la cancellazione dell’opera, abbiamo coperto il murale “Verità e Giustizia per Ugo Russo. Contro tutte le mafie”.

Poi si legge: “Sul muro sono ora apposti due striscioni. Quello con la scritta “Potete censurare un murale ma non la verità: Giustizia per Ugo Russo!” che è stato fatto stampare dall’assemblea di quartiere (alleghiamo le foto dell’assemblea di domenica sera con cui tutto un pezzo del quartiere è sceso in strada alla Parrocchiella per testimoniare di nuovo le sue idee sull’imposizione della cancellazione. Del resto oltre mille abitanti avevano consegnato all’amministrazione comunale una petizione per mantenere l’opera)”.

“L’altro con la scritta “censura” perché di questo si è trattato, non degli artifici urbanistici escogitati per l’occasione dall’amministrazione comunale su dettatura di chi è interessato a silenziare questa voce e questa vicenda. Un’interpretazione che mai è stata usata in passato e mai lo sarà in futuro. Ma come è scritto anche sullo striscione non funzionerà” aggiunge la nota.

Comitato che infine ricorda anche la totale assenza dello Stato proprio in piazza Parrocchiella, “da sempre dimenticata dalle amministrazioni di questa città (l’unico palazzo pubblico dell’Erp è semi-dissestato, la manutenzione della piazza inesistente) ha perso una luce rappresentata dall’opera realizzata a titolo gratuito dall’artista Leticia Mandragora. Presto però arriveranno nuove iniziative pubbliche per ricordare e ricordarci ancora e sempre che anche la vita dei ragazzi dei quartieri popolari conta”.